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Il recupero di un importantissimo testo che si pone alla base degli scritti sino ad oggi conosciuti, nella lingua nostrana, per quanto riguarda l’arte del “Cocchiere” anteponendosi per cronologia temporale, ad altri importanti scritti quali: Ercole Tassinari e Gen. Carlo Volpini, ponendosi al fianco di un’altra importante opera: ”IL PERFETTO CAVALIERE” di Antonio Locatelli 1825. Scritti corredati da interessanti illustrazioni che ci illuminano su alcuni aspetti finora sconosciuti, che nello spazio temporale di due secoli sono andati modificandosi, forse per migliorie di materiali, di razze di cavalli più ingentilite o forse per noncuranza,la prima importante curiosità viene riportata in questo capitolo, “le guide morte”. Questa ricerca su antichi metodi di guida di Fabrizio Canali edita dall'A.F.A.C. è a disposizione di coloro che ne fossero interessati inviando una richiesta via e-
"Sul modo di guidare il calessino"
Salvatore Villani 1848
Al cortese lettore:
il desiderio di progredire sempre più in questa importantissima arte, riguardante lo ammaestramento dei cavalli, la quale li rende docili e destri alla voce dello esperto domatore nel guidar il cocchio, mi ha spinto a dettare i seguenti capitoli. La pratica acquistata nel corso di quaranta anni di mia vita, versati nello esercizio del mestiere nella protezione dello estinto signor Principe di Belmonte in Palermo, il quale ordinava al capo cocchiere di Lui, che io fossi pienamente esercitato. Facendomi istruire presso i Maestri della scuola equestre, e financo postomi a lavorare nella scuderia per conoscere i veri principi del mestiere. Or per essere dolente del comune errore, benchè mi sia uomo destituito da ogni letteraria istruzione, mi sono posto nello impegno, guidato dalla ragione e sorretto dalla valida esperienza di redigere il presente volume da servire di guida ai cocchieri, sommettendolo ai signori Dilettanti, che vorrebbero del detto Mestiere informarsi. S.V. Palermo1848
Nel presente capitolo faremo cenno del modo di guidare il calessino e ciò può giovar anche a tutti coloro che amano di guidare un solo cavallo: e siccome il distinguere la leggiadria di un solo cavallo, stà nel mirarlo sotto il legno a due ruote, quindi noi qui ne facciamo una descrizione. Coloro tra gli amatori che usar vogliono il cavallo sotto il legno a due ruote, debbono prima di tutto scegliere un perfetto e miglior animale possibile, dotato di prontezza e sicurezza nell’andare avanti, come pure movimento e grazia.
Da tali qualità fornito il detto cavallo sarà perfettamente quello da addirsi al calessino. Talora al detto legno si sostituisce il così detto corricolo confondendolo col calessino, mentre quello si adopra con impegnarvi cavalli ruvidi e piuttosto terrani, i quali servir dovrebbero per la campagna, atteso chè essi trascorrono molte miglia senza tanta loro dissipazione di forza e senza strapazzo. Per far uso quindi del servizio del calessino, ripetiamo, è proprio un cavallo gentile adorno di un fregiato e analogo fornimento in conformità del legno che egli conduce.
Diciamo così fregiato ed analogo fornimento ed elegante calessino, perché nulla deve trascurarsi relativamente al lusso, trattandosi del servizio di un cavaliere o di una persona distinta. L’amatore si rammenti di sedere un po' rialzato, aggiungendo nel suo sedile un secondo cassettino a fine di avere così un maggior vantaggio e franchezza nel guidare l’animale. Sarebbe ancora bene se dopo che il distinto guidatore fosse naturalmente ben disposto e avverta che per esso la leggiardia consiste nel tenersi un po' rivolto a sinistra, non addimostrasse importanza né mestiere, con petto dritto al cavallo siccome è un dovere da praticarsi indispensabilmente dal cocchiere.
Il detto calessino si accentra su il cavallo un punto indietro e non perpendicolarmente in avanti. Quindi nella elegante briglia del cavallo si porranno quattro guide (redini) lasciandone cadere due dietro il parafango, le quali serviranno per la salvaguardia del cavaliere, giacchè si ammettono nel legno a due ruote per essere sempre presso il cavallo e le altre due resteranno nella mano sinistra dell’amatore, il quale con la destra sosterrà la sua elegante frusta. Le due guide di mano si affibbieranno nel morso ove appoggia o si accomoda il cavallo, e le due morte guide si affibbieranno un po’ al di sopra ossia meglio all’occhio del centro.
Allorchè sarà per inviarsi il cavallo in cammino es avrà bisogno di qualche aiuto, allora conviene inviargli l’aiuto della frusta a tocchi moderati della semplice codina, girando più volte la detta frusta sul lato destro del cavallo affinchè lo spinga al passo, risparmiando pure l’aiuto di lingua, giacchè non è tanto a proposito e conveniente al gentil guidatore. E spinto il cavallo al passo si continuerà per qualche tempo affinchè lo stesso si assodi nel cammino.
Amerei pure che si mettesse il cavallo al trotto allorchè lo permetta la strada, mentre è regola che lo incedere del calessino è quello del passo, ed in tal modo più ne godrà l’amatore. Il cavallo addestrato da principio in tal modo agirà senza che accada veruno inconveniente o sinistro. Si porrà il cavallo al trotto allorchè sarà pervenuto in una strada a lieve salita, e ciò con somma sveltezza e precisione, in guisa che esso non possa incontrare veruno ostacolo o difficoltà a porsi in avanti. L’animale condotto in tal modo si presterà a tal lavoro con maggior sicurezza e l’amatore potrà compiacersene della leggiardia del proprio cavallo. Se il suddetto animale si intorbidasse nell’aiuto della frusta, il nobile amatore darà il primo aiuto non impiegando molta importanza, procurando dopo di secondare il cavallo all’aiuto della frusta nelle parti più vitali, cioè al di sotto l’ascella o punta di spalla o criniera, ma conservando sempre l’inculcata indifferenza adoprando in modo di scherzare con il cavallo.
Il modo della voltata relativamente al calessino è di due differenti maniere, cioè, ritrovandosi uno spazio vantaggioso, allora il guidatore ne profitterà senza tanto raccogliere l’animale in quello spazio che gli si presenta in larghezza, nel continuato passo raccolto con anticipazione dell’amatore, facendo girare il cavallo non con mezzo passo in avanti ma con intiero passo. Diversamente si praticherebbe, qualora si dovesse verificare in un vicolo stretto od anche nelle stesse vie di passeggiata.
Il cavallo si porta al punto di fermare un poco sulla sua parte dritta ed osservandolo in calma si accenni un poco la sua guida sinistra, per farlo girare mentre verrà sostenuto con la guida di dritta a fine di farlo riuscire a voltare lateralmente, mentre esso volta dritto, appoggiandolo a poco la sua spalla sinistra, portando seco la ruota della parte dritta, quella di sinistra per conseguenza si muoverà presso il cavallo rimanendo perpendicolare sempre sopra la sua testa. Finalmente la destrezza dell’amatore deve essere quella di non far retrocedere la ruota sinistra e neanche farla pervenire in avanti, e così il cavallo si porterà nel ritorno perfettamente in linea, nell’opposto lato della via di passeggio.