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Carrozze d'epoca

Restauro

Riflessioni che non devono
passare inosservate
Ci scrive un noto appassionato e cultore d'arte,
collezionista e figura autorevole del mondo delle
carrozze di Tradizione
e degli attacchi italiani,
riflessioni che non devono passare inosservate a chi ha,
o crede di avere, le redini in mano...


Carrozze d'epoca, un patrimonio culturale Italiano.

Lettera aperta.

26 Marzo 2015



Quanti siamo? Parlo di noi. Noi aderenti ad associazioni sportive, società culturali, federazioni e appassionati alla cultura delle carrozze d'epoca e del mondo dei cavalli. Noi che della Tradizione ed Attacchi ci dichiariamo raffinati cultori e strenui difensori. Noi, consapevoli che la carrozza d'epoca non sia un semplice oggetto, ma invece materializzi le radici dell’identità storica e culturale.
E quanti sono? Parlo di loro, presidenti, consiglieri e giudici, segretari e curatori che si occupano, o dovrebbero, di collezioni di carrozze d'epoca private e pubbliche. Sono tanti, ma a volte non si sa bene cosa facciano.
Per le carrozze d'epoca dove finisce il sacrosanto rispetto del reperto storico ed artistico per crollare di fronte alla mera convenienza economica?
Forse questo rispetto è finito già da tempo presso il Polo Museale Fiorentino: il Museo delle Carrozze è chiuso al pubblico, con l'ormai indifendibile giustificazione Museo temporaneamente chiuso per restauro e lavori di adeguamento impiantistico.
Oppure a Verona, dove la collezione Giorgio Giorgi - disattendendo clamorosamente le richieste del donatore - è stata, dopo anni di abbandono e colpevole saccheggio, ceduta all'Ente Fiera per esposizioni occasionali e quindi relegata in magazzino. Per non parlare di ciò che rimane di finimenti ed accessori, pallida rimanenza del ben più fornito contesto originale. O della spesa di restauro, vanificata dal successivo stato di abbandono.

Ancora, a Villa di Maser (Villa Barbaro), uno dei capolavori di Andrea Palladio e Patrimonio dell'Umanità UNESCO, la proprietà avvisa che la collezione delle carrozze è "momentaneamente chiusa". Si, lo può fare. Ma l'umanità è messa fuori dalla porta.
A Ferrara, alla chiusura del Centro Incremento Ippico i liquidatori si sono disfatti dei cavalli ed hanno salvato le carrozze, ma non si sa bene dove siano finite.
A Crema, il progetto di riqualificazione dell'ex Centro Incremento Ippico - anno 2013 - prevede "spazi per il deposito delle carrozze", e non di più.
A Messina, il quotidiano online Tempostretto riferisce che la collezione del comune è chiusa al pubblico, dopo che è saltato l'accordo tra Autorità Portuale, Ente Fiera e Comune per il loro ricovero in un padiglione.
Perfino il Museo delle Carrozze del Quirinale sarà visitabile nell'anno 2015 - per concessione presidenziale, previa richiesta di autorizzazione - limitatamente allo spazio espositivo dove saranno collocati gli esemplari più rappresentativi della collezione di carrozze. Si deve intendere che la collezione di carrozze sia ben più ampia, ma bandita e non accessibile.

Ci si mette anche la RAI TV con fantasmagorie e illusioni ottiche a firma di Piero Angela, che manda in onda dal cortile d'onore di Palazzo Reale tre carrozze finte con passeggeri disegnati al finestrino. Non legno, ma vetroresina e forex. Borbone da Quark titola il quotidiano La Repubblica, quando le carrozze dei Borboni, quelle vere, a Napoli ci sono, eccome!
Sono esempi, sono indicatori di un patrimonio culturale negato, a rischio di abbandono e dispersione, nelle mire di avidi trafficanti o nel dimenticatoio completo. E' pur vero che la realtà museale italiana offre lodevoli esempi di responsabile impegno nella conservazione, custodia, ed esposizione al pubblico di prestigiose carrozze d'epoca, vestigia di una fama ancora conservata nel tempo. Ma quanti di più sono gli esempi di vero scempio consumati sotto i nostri occhi?

Recita lo Statuto (Articolo 2) dell’International Council of Museums "Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo; è aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali dell’umanità e del suo ambiente: le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto." Il museo che contraddica a tale definizione sconfessa il suo stesso motivo di esistenza.

E sempre a proposito di Tradizione e Attacchi, ricordiamo che cosa proclama l'atto normativo che disciplina l'organizzazione e il funzionamento del G.I.A. Gruppo Italiano Attacchi attivo da oltre quarant'anni:

- salvaguardare e classificare il patrimonio di carrozze d’epoca esistenti in Italia.

- salvaguardare e classificare quanto esistente del patrimonio di attacchi agricoli e commerciali con relativi attrezzi.

- promuovere l’istituzione di realtà museali aperte al pubblico

Il ripasso, che fa bene a tutti noi appassionati, dovrebbe giungere come sonoro richiamo alle orecchie di presidenti, consiglieri, segretari e componenti di alti comitati che si succedono a suon di sfide e squallide trame. Non si perdona la colpevole ignoranza che antepone alla difesa della carrozza d'epoca, per come oggi appare relegata a bassi livelli di dignità e tutela, i giri di valzer tra incarichi ed articoli di lustro personale che appaiono sulle nostre riviste.

La promozione dell'oggetto artistico acquista lo status di valore all'interno della rete museale a vocazione educativa, didattica, estetica e in rapporto con la scuola. Al di fuori di tale circuito la carrozza d'epoca rimane l'oggetto di brame e passioni private, una curiosità costosa e rapidamente deperibile, un mero bene cercato o ceduto per far profitto. Anche per le carrozze d'epoca deve valere la loro sistematica catalogazione ovunque siano esse collocate, al fine di costruire una mappa dei siti e delle raccolte per formulare un criterio di valore in relazione all'autenticità, allo stato di conservazione, e alla loro storia.
Ciò servirebbe a frenare la caccia al bottino e la sua dispersione che si apre ad ogni rovescio economico o successione del collezionista più o meno noto.
I musei sono centri di costo a carico della contribuzione pubblica. E' notizia recente che il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini abbia nominato i componenti del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, massimo organo consultivo dello stesso ministro. E' questa l'occasione per i vertici dei nostri organismi sportivi e culturali di prendere carta e penna e uscire allo scoperto a difesa del patrimonio delle carrozze d'epoca e fermare lo scempio che ne pregiudica il futuro.

Le carrozze d'epoca sono un bene di interesse pubblico e siamo noi, da appassionati, a dover risvegliare gli animi e promuovere la possibilità di goderne visione e di tramandarne l'intrinseco valore.



Ivo Baldisseri
email: ivobaldisseri@gmail.com

Il nostro punto di vista

Condividendo la lettera aperta di Ivo Baldisseri vogliamo aggiungere il nostro punto di vista sulla realtà del Patrimonio Italiano delle Carrozze d'Epoca. Abbiamo voluto postare un'immagine emblematica e un pò fuori luogo per il nostro sito, dei binari ferroviari per meglio far comprendere la situazione attuale nella quale si intricano associazioni sportive, società culturali, federazioni, appassionati, collezionisti e cultori. Ognuno di essi viaggia su un proprio binario con obbiettivi e interessi propri credendo di essere al di sopra di tutto e di tutti, agendo molte volte in modo errato nelle varie locazioni e allestimenti. Tralasciando di consultare chi effettivamente è ha conoscenza di questa materia ormai sconosciuta ai più. A volte, come i binari, si incrociano per pochi attimo per poi dividersi e continuare isolati la propria corsa, come dei binari che si perdono nel deserto del nulla. Dobbiamo purtroppo constatare la mancanza di un vero Capostazione che abbia le qualità e le conoscenze idonee e che dalla cabina di regia azioni gli scambi per far confluire questi binari al centro della stazione, per far proseguire la carrozza del Patrimonio Italiano su un binario unico che punti alla meta finale tutti uniti.
Di certo sappiamo che nel mondo della politica l'interesse per questo patrimonio è zero, non sussistendo i numeri per un interesse politizzante, meglio propinare del calcio violento e non facciamo caso agli scempi di ultrà ignoranti che sanno solo distruggere il nostro patrimonio.
Di certo sappiamo che le principali associazioni di settore hanno operato in modo da allontanare dai propri organi le figure primarie del mondo della Tradizione Italiana.  
Di certo sappiamo che molti appassionati continuano a lavorare nell'ombra anche a spese proprie per cercare d'arginare questa voragine di ignoranza che sta inghiottendo la Storia manifatturiera delle carrozze d'epoca sul nostro territorio.

Di certo sappiamo che all'estero di noi scrivono così:

"Mère des Arts", l'Italie est célébre depuis la Renaissance pour ses villes remplies de trésors architecturaux, églises ou palais, et de musèes regorgeant d'aeuvres d'art, peintures et sculptures parmi les plus belles du monde occidental. Mais à Rome, Naples, Florence, Milan, Turin, Paisance,Ferrare, Macerata, Palerme, Syracuse, Catane, Terrasini,

existent aussi d'autres trésors, ignorés de la plupart :
des Trésors hippomobiles.

esistono anche altri tesori, sconosciuti ai più:
il patrimonio delle carrozze a cavalli.

Crediamo sia tempo di iniziare un cambiamento
se non vogliamo vederne la fine.


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