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Le carrozze erano appannaggio di Papi, Cardinali, Principi e Re, erano enormi e imponenti, servivano più che altro per stupire, più che per viaggiare, ed erano un simbolo di potere e di ricchezza. Gaetano Moroni Romano, primo aiutante di camera di Gregorio XVI, ce ne ha lasciato una documentata testimonianza della quale vogliamo portarvi a conoscenza.
I TRENI DI CORTE PAPALI
In uno scritto di: Gaetano Moroni Romano
Primo aiutante di camera di Sua Santità
GREGORIO XVI – 1831-
Le carrozze sono più o meno nobili secondo i treni (cortei). Da ultimo Leone XII fece fare quella per il treno semi pubblico, che costò, compresi i finimenti, ventiseimila scudi, e riuscì la più ricca carrozza sovrana. Il colore del carro e della cassa delle pontificie carrozze è rosso con dorature, intagli e guarnizioni di metalli dorati. Il suo interno è foderato e addobbato di drappi di seta rossa, e velluto di ugual colore, con corrispondente tappeto. La carrozza del Pontefice dalla parte di dietro ha una sedia, ed è fregiata nel cielo dallo Spirito Santo. Nei treni di città e nobile, il cocchiere nobile cavalca i cavalli timonieri, in quelli delle trottate, e nei viaggi ascende in cassetta. Due palafrenieri vanno sempre dietro la carrozza coll’ombrellino piegato, ma nei treni nobili, detti anche semipubblici, procedono a piedi. Lo sportello suole aprirsi dal cavallerizzo, cedendo ai sovrani, ai Cardinali e agli ambasciatori. Nei viaggi, in mancanza del cavallerizzo, apre lo sportello il generale delle poste, e in assenza di questo, l’esente delle guardie nobili, che fa altrettanto nelle trottate, come quello che cavalca allo sportello della carrozza preceduto e seguito dalle altre guardie nobili.
Le carrozze palatine, dette frulloni, o forloni, hanno il carro e la cassa dipinti di vernice violacea scura, e la parte superiore esterna col cielo di color nero, sono foderate nell’interno di seta e damaschi rossi, e ne godono l’uso i primari prelati, e gli uffiziali della corte pontificia. Dietro alla cassetta del cocchiere evvi una tavola ove ascendono i domestici, ma al frullone, di seguito alla carrozza del Pontefice, i domestici vanno dalla parte di dietro, ove evvi una tavoletta più bassa, su cui montano i garzoni della scuderia pontificia. Vuolsi, che l’uso dei domestici di ascendere la detta tavoletta nel davanti del frullone, sia derivato dal non dover svolgere le spalle al Papa, allorché siano nel frullone precedente la carrozza pontificia.
I Cardinali in sede vacante non portano veruno a spalla in carrozza. Quando vanno in abito cardinalizio portano seco quei della propria anticamera, ed allorchè si recano in alcun luogo formalmente, portano con sé vescovi e prelati. Sino al secolo passato usarono i Cardinali grandi carrozze dette Carrozzoni, o carrozze a coda, in cui andavano comodamente sei od otto persone. Nelle odierne non più di quattro se ne ammettono. Oggi di due specie sono le carrozze dei Cardinali, cioè le berline, e i frulloni, non comprendendosi i carrozzini e le bastarde che usano la notte, o nell’andare a trottare. Le berline sono nobilissimi legni col carro dipinto di vernice rossa, con intagli, metalli e dorature. La cassa è decorata di fregi e di esterne miniature, e l’interno è addobbato con damaschi, setini rossi, con guarnizioni, mentre la coperta della cassetta del cocchiere per lo più è di drappo rosso. Il frullone ha egualmente il carro dipinto di vernice rossa, come lo è la cassa con dorature; ma il tutto riesce meno ricco della precedente, solendosi foderare l’interno di panno, velluto o seta.
All’articolo Cappelle, si tratta del modo come i Cardinali si recano alle cappelle e funzioni pontificie, non che con qual treno, e si dice che il solo Cardinal decano, e i Cardinali principi, o i marchesi, che godono le insegne principesche, intarsiano l’oro alle seterie dei finimenti e delle guarnizioni di seta delle carrozze. Niuno (nessuno) in Roma può usare più di due cavalli, meno i sovrani, ed i ciuffi e i fiocchi di seta rossa di che guarniscono i Cardinali i finimenti, possono essere anche di lana, ma di ugual colore. In ogni tempo, e persino nei viaggi un domestico dei Cardinali porta dietro la carrozza l’ombrellino rosso e paonazzo, secondo le epoche. Siccome anticamente, e prima che i Cardinali adottassero le carrozze, cavalcavano e viaggiavano con l’ombrellino per ripararsi dal sole e dalla pioggia; così e per segnale di dignità, e in memoria di un precedente uso, sempre un loro domestico lo porta quando escono dal proprio palazzo. Se la chiesa è contigua, vi si reca dall’abitazione a piedi, ma se è distante, ascende in carrozza senza fiocchi alle testiere dei cavalli, e senza l’ombrellino rosso, ma nel ritorno si mettono i primi, e si usa il secondo.
Prima i Cardinali, quando uscivano in abito cardinalizio, incedevano con due carrozze; ora in questo modo, cioè in berlina e frullone, quasi tutti i Cardinali intervengono alle funzioni, usando però i principi tre carrozze nelle solennità. Usano poi tutti una sola carrozza quando in abito cardinalizio si recano alle congregazioni, alle udienze del Papa e funzioni minori. Giornalmente apre lo sportello il domestico più anziano di servizio, nelle funzioni, e in altre circostanze il decano degli stessi domestici. E’ troppo noto, che anche le seconde carrozze dei Cardinali nel treno, hanno i cavalli coi ciuffi e fiocchi, sebbene i primi vorrebbero da alcuni critici esclusi, ed usati solo dai cavalli della carrozza ove si trovano i Cardinali. Egli è perciò che i frulloni o carrozze Cardinalizie, se non seguono il treno, cioè la prima ove è il Cardinale, i cavalli debbono essere senza i ciuffi, e mai nessuno deve interrompere il treno, od il seguito delle carrozze.