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06/05/2025
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Lo scortico

La nosrta storia

Arti mestieri e fede nella Roma dei Papi:
Lo scortico

Un privilegio curioso e fuori del comune, concesso da Clemente IX (1667/1669), importante anche per l'indiretto beneficio che portò alla cultura romana, era quello goduto dalla Università e Confraternita dei Cocchieri, detto " Lo Scortico”.
La Confraternita dei Cocchierinata nel 1565, sotto l'invocazione di S. Maria degli Angeli, nella chiesa di S. Lucia della Tinta, per onorare una immagine della Vergine che, dalla strada di Campo Marzio, era stata portata nella chiesa. Ottenne il riconoscimento dell'erezione da S. pi V e, con breve del 25 maggio 1572, la conferma da Gregorio XIII.

All'Università dei Cocchieri appartenevano tutti coloro che conducevano una carrozza, sia se lavoravano in proprio che se servivano presso un padrone. Quest'ultima categoria era, di gran lunga, la più numerosa. Per consuetudine, rispettata per secoli, i proprietari dei cavalli lasciavano a beneficio dei cocchieri la carcassa della bestia morta o abbattuta perché ne utilizzassero pelle, grasso ed ossa. Soltanto i cocchieri del Papa non godevano di questo beneficio, perché la pelle del cavallo, da lui cavalcato o che normalmente trainava la sua carrozza, veniva conciata e conservata nelle scuderie pontificie. Questa consuetudine col tempo si convertì in un vero diritto di proprietà, quale parte integrante del salario del cocchiere, e dall'azione materiale di staccare la pelle dell'animale prese il nome di " scortico”.

Nel XVIII secolo, i cocchieri già riuniti da tempo in corporazione e con fraternita, decisero di organizzare meglio questo diritto e porre la piccola industria che ne derivava sotto l'egida del sodalizio. I proventi ricavati sarebbero stati impiegati per il culto e l'aiuto ai confratelli bisognosi. Per far ciò occorreva aver un "privilegio” sancito e riconosciuto dall'autorità pontificia.

Le vicende di questo privilegio le abbiamo lette in una copia manoscritta, redatta nel 1834, degli statuti dell'Università e Confraternita dei Cocchieri, approvati nel 1729, che, qualche anno fa, era conservata in un armadio della chiesa di S. Tommaso a Monte Cenci. Esteso il diritto di "scortico” a favore dei cocchieri, su tutti gli animali da tiro e da soma, l'Università decise d'acquistare un terreno con alcuni locali a Porta Leone, sulla riva del Tevere, per servire da magazzino e per quanto altro occorresse all'industria.

La via di Porta Leone, esistita del resto fino al 1936, andava da Monte Savello alla Bocca della Verità ed i locali dello "scortico” sorgevano nei pressi di Ponte Rotto, nella zona dove attualmente si trova l'anagrafe. Nell'istrumento era previsto il pieno godimento del diritto privativo dello "scortico” dei cavalli, muli, somari, frigioni, e qualunque altro quadrupede morto violentemente o di morte naturale in Roma e nell’immediato circondario. L'appaltatore rimaneva padrone di tutti gli altri accessori utilizzabili: grassi, ossa, ecc. Dopo il 1870, il servizio di raccolta delle spoglie degli animali passò tra quelli normali del municipio, ed i cocchieri dovettero cedere i vecchi locali che, attraverso la «scalaccia di Portaleone», erano in comunicazione col fiume. Lo stabilimento ivi impiantato continuò a funzionare, col nome nobilitato di "sardigna”, fino a quando per la costruzione del lungotevere venne demolito. Cosí finì anche il ricordo di quello che fu uno dei piú originali privilegi goduti dalle corporazioni della Roma papale.

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