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IPPODROMI A MILANO
Molti di noi ci saranno certamente transitati, molti conosceranno il luogo, di certo la maggior parte non immagina lontanamente che un tempo era il teatro delle corse, il primo ippodromo di Milano. Esattamente centovent’anni fa, l'inaugurazione del primo ippodromo del trotto cittadino, che sorgeva nell’allora piazza Andrea Doria, l’attuale Stazione Centrale. A caldeggiarne la costruzione fu un noto periodico milanese dell’epoca, “Lo Sport Illustrato”, che lanciò una sottoscrizione pubblica, a cui avrebbero aderito i centoquaranta soci fondatori dell’impianto, battezzato poi “Trotter Nazionale”. Un ricordo piacevole per l’intera Milano sportiva, il 27 ottobre 1892, la cui struttura divenne ben presto il simbolo dell’eccellenza sportiva del capoluogo lombardo.
Si trattava di uno spazio destinato, oltre che alle corse dei cavalli, anche al ciclismo per la presenza di un anello in cemento, utile per le gare velocipedistiche, di un campo per il tiro a volo e di uno splendido prato, su cui si sarebbero esibiti i primi footballers, espressione pura della natura estremamente dilettantistica del calcio. Partiamo con ordine, e iniziamo dal 1807, quando le prime corse tra nobili si svolgevano nelle campagne fuori Porta Venezia, cioè nell'attuale Corso Buenos Aries. Si correva sulla distanza del miglio e mezzo e i cavalli erano attaccati a mezzi pesanti chiamati “biroccini”. Intorno alla metà del secolo venne tracciata una pista nella piazza d'armi, alle spalle del Castello Sforzesco, dove ora c'è parco Sempione. Nel 1892 la nascita del "Trotter", che chiuse il suo ciclo il 19 novembre 1905.
Nel 1906, con la posa della prima pietra della stazione ferroviaria (che fu inaugurata solo nel 1931) il Trotter dovette cercare un'altra sede. La zona, ormai inglobata nella città, era diventata di grande appetito edificatorio ci racconta Ermanno Mori, grande storico del trotto. La Società del Trotter Italiano, i cui azionisti si arricchirono notevolmente, con la cessione dei terreni che si rivalutarono fino a 16 volte, si misero alla ricerca di una nuova area per edificare il nuovo ippodromo. A trovarla a Turro Milanese, furono gli Animatori della Società Nazionale, una zona situata a destra del Viale Monza, a pochi minuti di cammino dopo Loreto, servita da un doppio servizio tramviario.
Il nuovo ippodromo ha una bellissima pista ovale del mezzo miglio inglese, larga 25 metri nella dirittura di partenza, con tribune e infrastrutture.In mezzo al prato, non accesibile al pubblico, sorge il palco destinato alla Giuria, dando modo agli spettatori di poter seguire le corse da ogni punto. L'ingresso all'ippodromo si presenta assai bene, un largo viale perpendicolare a Viale Monza, conduce all'ingresso del piazzale, disposto a semicerchio con relative cabine per la vendita dei bigletti. A destra si estende il recinto delle carrozze e delle automobili dei Soci, di fronte si entra nelle tribune, a sinistra si entra nel recinto D per carrozze e automobili dei non soci. Al centro, situato verso la pista, è situato il totalizzatore, protetto da una lunga tettoia per proteggere il pubblico in caso di intemperie.
L'ippodromo "Trotter" di Turro, fù l'unico fra quelli milanesi con pista, dell'allora imperante mezzo miglio inglese (804,50 metri), dopo quella da 900 metri dell'Andrea Doria e prima di quella di San Siro da 1000 metri. Sulla sua veloce pista da mezzo miglio si consumarono sfide epocali,tra i migliori protagonisti della scena nazionale, come Giovanni Branchini, padre del celebre Nello e nonno del non meno famoso Fausto, ed Ettore Barbetta. L'ippodromo ospitò anche fasi di gare ciclistiche e la sfida fra Buffalo Bill a cavallo e il ciclista Romolo Buni. Qui atterrò il dirigibile "Leonardo da Vinci", il primo costruito da Enrico Forlanini, dove il dirigibile fu benedetto dalle autorità ecclesiali e ricevette un gonfalone, dono delle signore della città, che riportava il motto di Gabriele d'Annunzio: Ut coelum muniat Italiae.
Nel 1919, la giunta del Comune di Milano decise di realizzare una scuola all'aperto e acquistò l'area, nel 1920 iniziarono i lavori e nel 1922 ebbe inizio l'attività scolastica. La scuola e le corse convissero fino al 28 marzo 1925, quando a Turro si svolse l'ultima corsa, il 15 novembre dello stesso anno, apriva San Siro. Complice il fallimento dela Società Nazionale, il trotto fu sul punto di sparire dalla scena milanese, grazie al provvidenziale intervento della Sire (Società per l’incoraggiamento delle razze equine), dietro pressione dello stesso Mussolini, si decise di aprire i battenti del nuovo trotter a San Siro il 15 novembre 1925.
Dotato della migliore pista d'Italia, per giunta lunga un chilometro, di ottime scuderie, di una programmazione tecnica ben organizzata, di strutture ricettive di prim'ordine, il nuovo ippodromo si guadagnò ben presto il titolo di "Scala del Trotto". Ad esibirsi sul suo palcoscenico giungevano da tutta Italia i migliori cavalli del momento. La pista vide le vittorie dei più grandi trottatori della storia: Muscletone, Guy Fletcher, Calumet Clancy, Keno. Dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, gli albi d’oro iniziarono a registrare i nomi di Tornese e Crevalcore, Sharif Di Jesolo e Scellino, Extreme Hanover, Indro Park, Lemon Dra, sino al più grande campione della storia, il mitico “Capitano” Varenne.
La crisi ippica generalizzata non lascia però immune San Siro e, alla fine del 2012, Snai, proprietaria dell’ippodromo, decide si sospendere l’attività di un impianto divenuto ormai antieconomico. Il trotto lascia Milano sino alla primavera del 2015 quando sono avviati i lavori per la costruzione di un nuovo ippodromo, La Maura, più piccolo e più gestibile rispetto al precedente. Snai decide però di conservare la magica pista di San Siro: i materiali con cui era stata costruita sono trasportati sul nuovo tracciato per far rinascere, in mezzo al verde del Parco di Trenno, il tracciato più veloce e selettivo d’Italia.