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IL RESTAURO DELLA CARROZZA
di Ivo Baldisseri
Il restauro delle opere d’arte da sempre è stato condizionato dal gusto dominante e dalla concezione estetica dell’epoca. Le regole del restauro si sono modificate con il mutare dei principi estetici, sino all’attuale concezione di conservazione che ha rovesciato il concetto di restauro tradizionale. Si è pervenuti all’attuale concezione dopo battaglie culturali promosse da critici e storici dell’arte, restauratori, collezionisti e associazioni culturali, condotte sia sul piano estetico sia su quello storico, al fine di raggiungere una coscienza del restauro.
In questa occasione quando parliamo di opera d’arte intendiamo la carrozza antica, la quale, nel momento in cui è tolta dallo stato di abbandono ed è restituita al suo ruolo di fruibilità, determina, nella coscienza del pubblico, la consapevolezza dell’importanza dell’oggetto che non è solo economico. L’argomento della mia conversazione sarà la restituzione della carrozza al suo stadio originale, nel contesto di una coscienza del restauro. Tra la presa d’atto dell’opera e la conservazione interviene il momento in cui si progetta per la sua tutela, s’incomincia in altre parole a parlare di restauro. Termine usato e abusato, a volte a sproposito.
Restauro, nell’accezione comune significa sovente ricostruzione e ripristino delle parti mancanti. Quante volte i restauratori fanno rifacimenti per ristabilire e risarcire l’opera nelle parti distrutte? “Sembra nuovo!”, è il commento che si sente, da incauti estimatori, di un restauro così detto ben riuscito e, per ben riuscito, s’intende l’intervento riparatore che fa apparire l’oggetto come nuovo, come se non fosse stato sottoposto a restauro. Il restauro è e deve essere un atto tecnologico e scientifico, ma anche e soprattutto filologico e critico.
Mi permetto di riportare le parole dello scomparso Federico Zeri riguardanti le opere pittoriche, ma, a mio avviso, pertinenti anche per il restauro della carrozza.
E’ norma salutare che se un quadro è sporco è meglio non toccarlo, a meno di affidarlo a tecnici competenti: il tempo distrugge, il tempo rovina ma non quanto i cattivi restauratori”.
TIPOLOGIE DI RESTAURO
Si possono suddividere le tipologie di restauro in:
RESTAURO SCIENTIFICO: detto anche mussale. Mira a conservare il pezzo, ne evidenzia gli interventi allo scopo di assicurare all’osservatore l’autenticità di ogni sua parte.
Esclude ogni mano-
RESTAURO ESTETICO FUNZIONALE:
Il restauratore opera nel pieno rispetto delle caratteristiche composito – strutturali del pezzo, prefiggendosi di ridare all’oggetto, anche nei minimi particolari, l’aspetto originario. Le riparazioni saranno nascoste, le sostituzioni ex-
RESTAURO COMMERCIALE:
utilizzato allo scopo di raggiungere il “fine ultimo” nel più breve tempo possibile, lo si attua tramite sostituzione di parti degradate, che non vengono recuperate per velocizzare i tempi del restauro; trasformazioni strutturali; operazioni di pulizia e consolidamento eseguite in modo drastico; alterazioni stilistiche per adattare il pezzo al proprio o altrui gusto estetico. Queste pratiche sono da considerarsi in modo negativo in quanto vanno a compromettere l’originalità del mezzo.
A questo punto come dobbiamo comportarci quando ci troviamo davanti ad una carrozza da restaurare?
1) Attribuzione dello stile e dell’epoca a cui essa appartiene.
2) Ricerca filologica ed iconografica che ci possa chiarire lo stato originale del pezzo. Il primo e forse più importante passaggio riguarda la "lettura" della carrozza: epoca di appartenenza, luogo di fabbricazione, tipologia, ricerca iconografica. Maggiori saranno le informazioni circa l’opera in questione, minori le possibilità di un restauro scorretto.
3) Valutazione delle condizioni della struttura e del tipo di interventi da fare.
4) Consolidamento, se necessario. Operazione atta a conferire al materiale da trattare la coesione perduta in seguito a fenomeni di degrado o per invecchiamento.
5) Pulitura ed eventuale sverniciatura. Eliminazione dello sporco che si accumula nel tempo e di tutte le particelle intrusive. Per una pulizia profonda è possibile usare delle miscele a base di alcool e polvere di pomice. Si prosegue con la sverniciatura solo nel caso di evidenti "falsi cromatici".
6) Rimontaggio completo. Lo smontaggio permette un rimontaggio sicuramente più saldo di come era in precedenza, oltre ad agire in maniera completa e totale su ciascun pezzo.
7) Tappezzeria. Cercare sempre di mantenere il tessuto originale, anche se in condizioni non perfette, in casi estremi si deve proseguire alla ricerca del tessuto adatto, che deve essere il più possibile simile all’originale, per trama, consistenza, colore, ricostruzione della passamaneria mancante.
8) Disinfestazione, se necessaria.
Solo seguendo questi accorgimenti rispettosi dell’opera d’arte, si potrà ottenere una carrozza che continua a vivere, che vibra ancora del suo passato e che non nasconde la propria storia con lifting ridicoli e fuori luogo.
EVVIVA LE RAGNATELE