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IL MASTRO DI CASA
Opera concernente il governo delle case de’Grandi che de’Privati. Francesco Liberati 1658
Uno scritto che illustra nelle loro mansioni tutti i vari personaggi che gravitavano all’interno
delle corti, tra questi alcune figure per la gestione delle scuderie.
Il 1° e 2° Cocchiere
Lodasi similmente che il primo e il secondo Cocchiere sia d’età mezzana, di buona presenza, pratico della città e della campagna, di natura piacevole e sobria, e soprattutto nel servizio sollecito e stabile. Il primo Cocchiero non è tenuto a governare cavallo alcuno, ma solamente deve aver cura de’legni e fornimenti; ma il secondo si come gli altri dovranno governare li due cavalli della carrozza loro, e tenerli puliti dal fango e dalla polvere, siccome li Cocchi e le Carrozze con i loro fornimenti, facendosi a questo effetto consegnare secchio, netta fango, sponghe, pezze di roverscio nero, e tutt’altro che bisogna per tener lustra e netta la carrozza, servendosi anche nella rimessa della sopra coperta per li legni di gran prezzo.
Avverta che ogni mattina non abbia a mandarsi il ferraro, che perciò dovrà egli star provvisto di chiodi, martello, tanaglia, acciarini, corde, spaghi, filo, accette, e simili e rimediare per tempo dove potrà a principi di rottura e schiodatura. Così rivedrà spesso le ruote e gli altri ordigni che avessero bisogno di rifacimento, lo faccia per subbito al Maestro di stalla o al Maestro di casa, senza licenza dei quali non farà mai fare casa alcuna.
Ogni mese almeno ungerà le ruote con una libra d’assogina come è il solito; quando sarà chiamato sia presto nel mettere all’ordine la carrozza, destro nel condurla con salute di chi vi è dentro, inimico delle precedenze, affinchè per l’onore di precedere nei primi luoghi non vengano a storpiarsi i cavalli e non si rompino le carrozze, come si vede spesse volte nei corteggi.
Stia molto attento in udire e conseguire gli ordini del padrone e dei suoi ministri, quando smontano si ritiri in luogo dove i cavalli e la carrozza patiscano il meno possibile, e particolarmente l’inverno procurerà di ritirarli al coperto per rispetto della pioggia, come d’estate lo riparerà dal sole all’ombra, essendo l’uno e l’altro di danno grandissimo.
Non abbandoni mai la carrozza se non distaccati i cavalli, ne vi lasci entrare gente che si possa sospettare abbino porcherie intorno. Ritornato a casa netti e riponga il legno nella rimessa, se vi farà bisogno lavi e rivegga i piedi delli cavalli, specialmente se saranno frisoni.
Quanto al nutrimento abbia l’occhio che il fieno sia buono, la paglia, e soprattutto che mangino la biada in sua presenza, perché tra le galline e i cavalli vi è inimicizia grandissima per conto di mangiar la biada ed in particolare l’orzo. Faccia un buon letto per la notte, le quali diligenze osserverò più che mai in occasione di viaggio ogni sera.