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L’Ottocento è stato un secolo fondamentale per l’evoluzione delle carrozze, in primis per la miglior qualità dei materiali e delle tecniche di lavorazione che hanno permesso, grazie anche all’estro di noti costruttori Italiani, il miglioramento delle comodità dei viaggi con un conseguente stimolo del piacere della guida alle Redini lunghe. Dei “legni” ci sono state tramandate numerose testimonianze della loro evoluzione che hanno permesso di tracciarne i vari passaggi di migliorie tecniche, di funzionalità e comfort. D’altro canto ben poco ci è stato trasmesso sull’evoluzione delle tecniche di guida, l’Inglese Edwin Howlett a fine Ottocento ha codificato il suo metodo di guida detto all’Inglese, successivamente perfezionato all’inizio del 900 dal tedesco Benno von Achenbach, metodo ancora attuale ed usato nel ventesimo secolo. Ben poco sappiamo dei diversi stili di guida che co-
Riportiamo un paragrafo dalla 3° lettera aperta di Carlo Gnecchi Ruscone sullo stile di guida:
“E’ interessante sottolineare la circostanza che tutti questi stili di guida (che prevedevano ciascuno un differente modo di collocare le singole redini nella mano sinistra) avevano comunque, tutti ed inequivocabilmente in comune, il sistema di impugnare le redini nella sola mano sinistra”.
La "guida all’inglese", contrariamente a quello che molti guidatori ritengono, non si riferisce solamente al tiro a quattro, ma anche ai singoli e alle pariglie e quindi a TUTTI i guidatori.
Forse questa errata credenza nasce dal fatto che il libro di E. Howlett "Leçons de Guide" si rivolge solo ai guidatori di tiro a 4, ma quello che nessuno sa, è che il "maestro" dava lezioni anche per la guida del singolo e della pariglia, e quello che appare più sorprendente è che queste talvolta gli venissero richieste perfino da suoi allievi e già esperti guidatori di tiro a quattro.
Se l’arte della guida “moderna” si basa sul testo “sacro” per eccellenza di Howlett datato 1893:
Una domanda sorge spontanea,
come si guidavano i legni prima
di Achenbach e Howlett?
METODO TEORICO E PRATICO PER ADDESTRARE I CAVALLI AL TIRO – SALVATORE VILLANI 1848
Il recupero di questo antico testo, (probabilmente in ordine temporale), il primo scritto di un “Capo Cocchiere”, che avendo notato l’assenza di un codice scritto di addestramento e di guida del cavallo attaccato, si pose in essere di tramandare ai posteri, per alleviarne le difficoltà di coloro che si sarebbero avvicinati a tal mestiere, di alcune nozioni pratiche per l’addestramento e la guida del cavallo da “tiro”, inteso come cavallo da carrozza. Datato 1848, si pone alla base degli scritti sino ad oggi conosciuti nella lingua Italiana, per quanto riguarda l’arte del “Cocchiere”, viene a colmare un vuoto sull’arte delle redini lunghe, inserendosi accanto ad altri importanti scritti.
Questo documento che svela nuove prospettive sul modo di addestrare i cavalli al tiro, sul modo di imboccare i cavalli in un periodo di transizione, partendo dalle basi della Real Scuola Borbonica del Grisone 1550 al Mazzuchelli 1805. Troviamo menzione di stili di guida differenti, quali: alla Siciliana o Italiana, alla Franzese, alla Tedesca e all’Inglesa. Per la prima volta veniamo a conoscenza di metodi di guida che si diversificavano in base alle varie nazioni, a volte similari con poche differenze sostanziali.
A partire dal XVIII secolo, in Europa si diffuse un crescente interesse per l’equitazione all’inglese, tanto che l’abbigliamento, i finimenti e i cavalli inglesi divennero di rigore tra gli appassionati del vecchio continente, con l’introduzione del metodo rivoluzionario detto “all’Inglesa” del quale ce ne parla il S. Villani -
In questo periodo di cambiamento riscopriamo alcuni metodi di utilizzo delle guide (redini), in particolar modo per l’attacco singolo, che ci pongono la presa in esame di questo scritto. Per cercare di capire l’origine di questo metodo di guida con quattro guide, si è allargato la ricerca a testi antecedenti al fine di comprenderne la sua derivazione, l’uso, e la sua definitiva scomparsa.
Questa ricerca è dedicata a “quei poeti maledetti appassionati di quest’arte” che vogliano prendere in considerazione antichi scritti atti a stravolgere il pensiero attuale. Il ritrovamento di questo manuale ha attivato una ricerca di altri testi, stampe ed immagini, che hanno confermato una evoluzione che nell’arco di un secolo ha cambiato antichi metodi di addestramento. Pochi hanno saputo comprendere e perpetuare le sottigliezze dell’antica scuola equestre, probabilmente pochi saranno coloro interessati a condividerne questa ricerca storica.
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