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03/12/2024
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Vighizzolo

Restauro

Enrico Guanziroli:
quando il restauro è ridare la vita

Vighizzolo di Cantù, siamo nel cuore della Brianza, la patria del mobile, eppure in questa piccola frazione nel 1987 nasce una bottega artigiana unica nel suo genere: il restauro della carrozza d’epoca. Tempi duri per un lavoro del genere, una categoria i restauratori di carrozze ormai scomparsa, le carrozze sono svanite dalle abitudini quotidiane, eppure Lui l’Enrico ci crede e a trent’anni decide di dare vita alla sua passione. Oggi la sua “bottega” è conosciuta e apprezzata in tutta Europa, essendo diventata ormai da anni un punto di riferimento per tutti gli appassionati e collezionisti del settore di tutta Europa. Quì non si restaurano solo carrozze, qui rinascono storie antiche piene del fascino di queste vecchie signore, quì il tempo sembra essersi fermato, gli attrezzi sono ancora quelli di una volta adatti ad un lavoro manuale e certosino dove ogni pezzo ricostruito è unico e irripetibile.

La carrozza, oggi si tende a ricordarla quale elegante ma tecnicamente primitivo mezzo di trasporto cui l’umanità ha dovuto piegarsi per secoli, stante la sua dipendenza dall’energia animale, sebbene in essa siano racchiuse svariati settori della nobile arte del "carrozzaio" con tutte le attività inerenti, attorno ad essa si costituisce un universo di attività lavorative che era formato da mastri falegnami, fabbri, carradori, carrozzai, sellai, tappezzieri, vetrai, intarsiatori, pittori e indoratori. Attività che l’Enrico ha dovuto recuperare pazientemente giorno per giorno e farle proprie, con pazienza da autodidatta, a volte sbagliando per ritornare ogni volta sui suoi passi sino a trovare la perfetta esecuzione di ogni particolare ricostruito o mancante.

Ogni “legno” che entra nella sua bottega è una nuova sfida, non esistono manuali o pezzi di ricambio, fortunatamente dopo ben 37 lustri di attività all’Enrico basta un’occhiata per coglierne il valore celato sotto anni di polvere. Ne intuisce forme e geometrie, assapora l'intaglio della cassa eseguito con perizia dal cassarolo, accarezza con lo sguardo le fioriture dei cuoi invecchiati dal tempo, subito sa mettere a fuoco la situazione delle condizioni in cui si trova il legno da riportare a nuovo splendore. Ogni carrozza è una sorpresa, e ognuna richiede di essere capita, adattandosi alle sue curvature, agli intagli, agli incastri del legno, alla complessità della ferramenta, a volte sbagliando, ma sempre orientandosi al recupero fedele delle sue parti.

È un lavoro dove viene tutto fatto a mano, come nel settecento, nell’ottocento, non si può fare in modo diverso. Poi, ci vogliono conoscenze, non è semplice da imparare e da eseguire, non è da tutti: c'è da sapere di tappezzeria, di ferro, di legno, di vernici, di lacche. Ogni carrozza è unica come l’ultimo lavoro che da poco l’Enrico ha terminato, una Caleche a otto molle costruita nell’8oo da un artigiano francese, EHRLER – A PARIS, il committente ha richiesto un lavoro sopraffino per questo magnifico legno, si sono cercati i migliori cuoi inglesi per i cinghioni e il mantice, rifatte le passamanerie con tessuti di lana e colori uguali agli originali, ogni particolare è stato studiato, analizzato e ricreato con l’incudine per il ferro, con lo scalpello per gli intarsi in legno, punto a punto per le cuciture del cuoio, ricreate le finiture in ottone con fusioni apposite, niente è stato lasciato al caso.

Si sono ricercate vernici all’acqua di nuova generazione per evitare le vernici sintetiche contenenti cadmio e cromo, stese a pennello una mano sopra l’altra, evitando quella moda odierna di verniciare a spruzzo, conferendo quella patina di antico che tanto ci piace. Si sono ricreate le filettature eseguite tutte manualmente con certosina pazienza, e qui di pazienza c’è né voluta proprio tanta. Enrico ne apre con cura la portiera, dispiega la scaletta a tre gradini rivestita in velluto verdone, accarezza le forme levigate con un commento estasiato; “Eh, una volta si che lavoravano bene…” lui ancora oggi lavora proprio come si lavorava un tempo, con la passione per il proprio lavoro. La mia maggior gratificazione, ci racconta, è veder brillare gli occhi dei clienti quando vedono il lavoro finito, qualcuno ha versato qualche lacrima rivedendo la carrozza di famiglia tornata a nuova vita. La sua vita continuerà qui a bottega, già numerosi legni attendono nell’ombra dello scantinato che le preziosi mani dell’Enrico inizino ad accarezzarle e produrre quella magia che permetterà loro di ritornare a pavoneggiare sui verdi prati dei Concorsi di Tradizione.

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