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03/12/2024
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Le carrozze

MILITARY
Un calesse tutto "Patria Esercito Re"

con la collaborazione di Paolo Paleari

Una pubblicazione dell'epoca, " Patria Esercito Re", il cui autore è stato un giovane volontario del 1859 che poi ha proseguito la carriera nell'Esercito Italiano, rende palese i valori su cui si fonda la monarchia che ha assunto il trono e il destino d'Italia. L'esercito svolge un ruolo di primissimo ordine, è stimato da tutti e ben integrato nella società del tempo; mantiene una forte evidenza anche per l'eleganza delle uniformi, con cui sottolinea il decoro e la natura marziale di chi le indossa. Lo stesso Umberto, al di là della carica e del temperamento comunque generoso, ama profondamente l'istituzione militare, ne condivide i problemi della sua organizzazione e del suo mantenimento e spesso, quando questa è fatta oggetto di un ridimensionamento imposto più da tagli di bilancio che dalla demagogia politica, interviene con decisione nel difenderla.

Nel 1849, essendo cessate le cause che ne determinarono lo scioglimento, la Scuola di equitazione, con R. decreto del 20 novembre, venne ricostituita in Pinerolo e denominata Scuola militare di cavalleria, con un largo personale permanente. Oltre al corso dei sottotenenti di nuova nomina veniva pure in essa istituito un corso per i luogotenenti che per la loro anzianità erano prossimi alla promozione a capitano. Nel 1868, su proposta del colonnello Buri, il Ministero della guerra con circolare del 7 ottobre stabilì presso la Scuola normale un corso magistrale superiore di equitazione, allo scopo di fornire dei valenti istruttori per i corpi di cavalleria e di dare maggior incremento e sviluppo alla nobile arte del cavalcare.

Protagonista di questo periodo è il capitano Federico Caprilli che, attraverso una pratica quotidiana di lavoro e disciplina, elabora il metodo di equitazione naturale. Questo sistema consente al cavallo di sviluppare e impiegare al meglio le sue doti naturali e trova applicazione sia nell’ambito sportivo sia in quello più tipicamente militare-operativo. L’equitazione di campagna, il sapere muovere agevolmente e celermente su qualsiasi terreno, è infatti, la tecnica basilare per l’impiego delle unità di cavalleria sui campi di battaglia del XX secolo. Come si spostavano questi cavalleggeri quando non erano in servizio? Utilizzavano un tipo di calesse che curiosamente prese il nome di "military" a causa del suo uso da parte dell'esercito di cavalleria.

Elegante calesse ideato in nord Italia e dunque tipico del nostro paese. Solitamente in legno, poteva nella versione costruita dalla ditta  bolognese "Bassi", essere con stanghe e ruote basse. Era destinato agli ufficiali dell'esercito, da cui prese il nome, per recarsi al reparto d'appartenenza, attaccando ad esse il cavallo di servizio; in seguito si diffuse anche nel mondo borghese. Leggero e molto elegante nella versione con le ruote alte poteva essere dotato di mantice in cuoio o in tela. Le "Military" erano carrozze di tipica fabbricazione italiana, potevano essere più o meno lussuose e rivelavano in questo modo il censo dei graduati loro proprietari.

Vettura a due ruote a due posti in color legno naturale, costruito e usato solo in Italia. Carro in acciaio con sospensioni a due molle semi ellittiche più una semi ellittica sotto la serpa. Cassa in legno sospesa sopra le stanghe, con eleganti guarnizioni sui pannelli laterali e posteriore formato da due cinghie disposte a forma di croce di S. Andrea. Parafanghi laterali diritti di forma rettangolare, ventaglio anteriore con porta redini, di color legno naturale. Nella versione a ruote alte, poteva essere dotato di mantice in cuoio color nero o in tela cerata "Olona" bianca. Freno di soccorso a leva o a macchinetta, a seconda del costruttore. Due fanali quadri laterali. Ruote in legno a raggi allineati. Cerchi in ferro o gommati. Tre balestre disposte a quadrilatero. Coprimozzi in ottone con inciso frequentemente il costruttore. Portafrusta. Tappezzeria in cuoio capitonnè in color cuoio naturale. Nella versione bolognese per i borghesi era verniciato in nero con stanghe e ruote rosse.

Calesse molto diffuso di non difficile reperibilità anche ai nostri giorni, costruito da quasi tutti i carrozzieri del nord e centro Italia, tra i più famosi quelli costruiti dalla ditta Bassi. Si trovano diverse versioni di grandezza, per pony, doppi pony o cavalli. Leggera, veloce, elegante, pratica, capace di soddisfare diverse esigenze e gusti, mezzo di comunicazione popolare, il military fu il calesse più diffuso a fine ottocento/primo novecento. Conosciuto da tutti gli appassionati, riconoscibile a prima vista per le sue tipiche caratteristiche costruttive, viene difficilmente presentato nei Concorsi di Tradizione in quanto ritenuto erroneamente un mezzo "militare".

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