Menu principale:
L'ora in carrozza
Nella seconda metà del XVI secolo si diffonde in Germania una nuova tipologia di orologi da viaggio, gli "orologi da sella" (dal termine tedesco satteluhren), la cui naturale evoluzione è costituita dagli "orologi da carrozza".Sono questi i discendenti di orologi da tavolo di più antica concezione, mossi da una molla e di dimensioni relativamente ridotte, pertanto portatili, che possedevano in gran parte dei casi una custodia da viaggio e che potevano seguire il loro proprietario anche durante gli spostamenti.
Fino alla prima metà del Settecento l'orologio era un bene assai costoso, tanto da essere considerato un vero e proprio status symbol. Pochi fortunati potevano acquistarne uno; e solamente a personaggi di grande agiatezza era permesso di possedere più di un esemplare, il poter esser trasportato protetto da una opportuna custodia, prerogativa ovviamente riservata all'orologio a molla, assunse un'enorme rilevanza pratica. Fin dal XVI secolo si poteva portare il pregiatissimo congegno in carrozza e con esso raggiungere la propria residenza secondaria o una locanda intermedia.
Tuttavia la terminologia "orologio da viaggio" non va intesa in senso letterale: è assai improbabile che esso sia stato concepito per funzionare ed essere consultato anche nel corso degli spostamenti per verificare i tempi di percorrenza e l'orario di arrivo a destinazione.
Il pessimo stato delle strade, i conseguenti scossoni e sobbalzi cui erano sottoposti i mezzi a trazione equina -
Gli orologi da carrozza nacquero anch'essi in Germania, la produzione si diffuse dapprima in Austria, in Francia ed in Inghilterra, in seguito all'emigrazione di famosi maestri orologiai; successivamente, seppure in minor misura, in altri paesi quali la Svizzera e l'Olanda. Gli ultimi orologi da carrozza sono stati costruiti verso la metà del secolo scorso. Le casse degli orologi da carrozza sono inizialmente di ottone dorato o argentato come quelle degli orologi da sella, traforate per il suono e sempre più finemente cesellate ed incise.
Il "pendente" dei primi esemplari è costituito il più delle volte da una sfera forata per accogliere l'anello che serviva ad appendere l'orologio; non mancano tuttavia soluzioni differenti. Nella prima decade del Settecento fa la sua comparsa la cosiddetta "sospensione armillare", dispositivo nella quale l'anello mobile è applicato ad un pendente snodato: la sospensione, rapidamente diffusasi presso tutti gli orologiai, permette all'orologio di essere appeso in posizione verticale malgrado il consistente spessore della cassa; lo snodo è occultato da una sorta di oliva cava.
La presenza del pendente, indica chiaramente che, allorché il viaggiatore era giunto a destinazione, l'orologio da carrozza veniva tolto dalla custodia che l'aveva protetto durante il viaggio ed appeso ad un gancio nei pressi del letto. Da quella posizione era facile allungare una mano e tirare la cordicella che pendeva dalla cassa e che azionava il dispositivo di ripetizione e permetteva di conoscere l'ora senza dover accendere il lume. I quadranti dei "Carrozza" sono fin dagli inizi protetti da una lunetta vetrata. Verso il terzo quarto del Seicento appaiono i quadranti d'argento a fondi abbassati, con ore dipinte con smalto a freddo.
A partire dal medesimo periodo alcuni orologi possiedono anche una vera e propria cassa da viaggio, sagomata sul profilo dell'orologio, ricoperta di pelle, tartaruga o corno. Le custodie rivestite di pelle sono spesso trapuntate di chiodini di metallo prezioso (piqué d'argento o d'oro, la pelle, che può essere di squalo, razza, serpente, lucertola, cane, cavallo o scimmia, veniva conciata, lucidata e tinta. La lavorazione a "zigrino" (dal nome di un tipo di squalo) consisteva nell'incollare un sottile strato di pelle pregiata su pelle bovina. La pelle riportata di cane o scimmia era detta "galuchat". Purtroppo ben poche custodie sono sopravvissute alle ingiurie del tempo; al contrario, per ironia della sorte, accade che alcune custodie siano arrivate ai giorni nostri, mentre gli orologi sono andati perduti.
La grande passione di Raffaele Salvi per il mondo della carrozza e dei cavalli, lo ha spinto a ricercare fra i mercatini i sopravvissuti al trascorrere del tempo. L'abilità delle sue mani alla lavorazione del cuoio, lo ha portato a ricreare in un unico insieme un accessorio importante quale l'orologio da carrozza.
Nelle immagini sopra riportate, alcuni modelli da lui ricomposti e disponibili in vendita.
Coloro che ne fossero interessati per arricchire il proprio "Legno" da presentare nei Concorsi di Tradizione, o semplicemente volessero dotarsi o arricchire la propria collezzione, vogliamo precisare che tutti i modelli sono acquistabili contattando: Raffaele Salvi tramite cell. 338/9176429 oppure inviando una e-