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"Massime ne' puledri"
AGRICOLTURA
Carlo Berti Pichat 1870
La Briglia si compone, come tutti sanno, della testiera, la quale cinge la fronte e passa dietro le orecchie sulla nuca del cavallo; di due montanti, detti sguancie, che sostengono il filetto o bridone (fig. 194), il morso o freno (fig.195); della museruola, che talora è una seghetta, del barbazzale; del sottogola; delle redini: spesso de’ paraocchi.
I cavalli degli Agricoltori dovrebbero addestrarsi senza morso bastano la seghetta, e senza paraocchi. Quanto al morso, il Mazzuchelli lo chiama “il più fiero strumento immaginato per condurre cavalli, il quale col rendersi generale ha perduto l’idea di crudeltà. Giocando a leva comprime due punti sensibilissimi, barre e barboccia, quindi facilmente disordina i sensi, troppo accresce l’ardenza, giunge ad offuscare la ragione, ecc".
Capezzone: vale a dire la Briglia munita di seghetta e senza filetto né morso né barbazzale, serve egregiamente, perciocchè tiene in gran rispetto anco il Cavallo ardito e doma il feroce. E quando ad esempio il puledro fosse alquanto insensibile all’azione della seghetta comune, potrà adoperarsi quella con redini addizionali usata dal Mazzuchelli, che ne diè il disegno rappresentato dalla Figura 196, dove T indica la testiera col suo frontale F; G sottogola detto anche soggolo; M montanti ossia sguancie; S la seghetta.
Dice il Mazzuchelli: Non si ammette testiera senza frontale, e sottogola. Necessaria è la musarola, se il cavallo è in morso, altrimenti la bocca si spalanca, l’atto è turpe, la mano è delusa. La viziatura maliziosissima di afferrare coi denti le aste del morso, nasce da questa mancanza. Si esamina, se la seghetta, ovvero il morso col suo barbocciale sono al loro punto, e se lavorano in buona regola. Prestezza, e disinvoltura accompagnano questo esame. L’anello superiore raccomandato alla testiera, ed alla museruola forma un punto di appoggio dell’asta, la quale attivata dalla redine inferiore, fa giocare a leva la seghetta, essendo questa all’asta obbligata con gioco snodato.
Quest’asta fa l’effetto opportuno di richiamare la testa in luogo delle redine addizzionali usate nell’altro capezzone, non mancando poi in questo pure le altre due redine dirette immediatamente alla seghetta, le quali servono, secondo il solito, a trinciare il cavallo. Non è da credersi che il cavallo possa corrispondere nella intelligenza perfettamente le prime volte che con questo nuovo modo sarà imbrigliato. La novità dell’istrumento potrà sconcertarlo da principio; ma l’uso e l’abitudine produrranno quell’ordine che tanto nella scuola è da procurarsi con ogni diligenza e fatica.
Si avrà particolar cura nell’adattare la seghetta alla piega del naso, onde lavori inerentemente allo stesso, senza però impedire la libera respirazione. Dovranno le punte essere acute, secondo la sensibilità del cavallo, e lavorare sopra la parte precisa, per cui meglio il cavallo corrisponde. Se questa parte, essendo assai bassa, come d’ordinario succede, le braccia della seghetta impedissero nell’aspirazione l’allargamento delle nari, in tal caso conviene che il davnti inferiore della seghetta sia fatto a semicerchio, il quale scenda colle punte abbastanza abbasso per fare azione dove è collocato il giusto grado di sensibilità.
Potrei aggiungere molti riflessi gravissimi del Sanson contro l’uso del morso, in ispecie quando ha una di quelle forme più strane ed incomode per il cavallo, che ritengono necessarie per farlo obbedire, e servono invece ad attutire la sensibilità, a sboccarlo, come dicesi volgarmente, onde ottengono un intento pienamente opposto.
Mi limiterò a raccomandare al coltivatore di non usare in ogni caso che un morso semplicissimo ed astenersi anco dal filetto, ch’è un vero squarciabocca.
Vedrai infatti i cavalli un po’ ardenti rattenuti dal filetto camminare a bocca aperta, onde ingoiano polvere, ecc.
Quanto al paraocchi, mentre niuno gli adopera per cavalli vivacissimi da corsa, da caccia e da sella, forse perché non si distraggano, si applicano a quelli da tiro, i quali però di spesso sono più ombrosi perché con quell’impaccio non veggono, o solo confusamente veggono gli oggetti di cui si spaventano. I Tedeschi anche per i cavalli da tiro, in generale non amano i paraocchi; al contrario gl’Inglesi.