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L’evoluzione del fanale da carrozza.
L’importanza dell’illuminazione e della visibilità non era di certo argomento di poco conto, le strade erano buie,strette e non esisteva nessun regolamento stradale,con l'aumento sproporzionato delle carrozze in circolazione i pericoli e le insidie erano pressoché insormontabili. Il classico fanale da carrozza provvisto di candela aveva fatto la sua apparizione verso il 1770. In Francia divennero obbligatori nel 1827 solamente per le vetture di servizio pubblico, quest'obbligo fu esteso a tutte le vetture nel 1852. Mail coaches, postali e grandi carrozze a cavalli, che fino all’avvento della strada ferrata, era l’unico mezzo di trasporto collettivo, erano illuminati fino a metà ottocento con fanali a candele a cera o a sego. L’esigenza di sopperire alle varie problematiche legate alle tremule luci delle candele portò alla costruzione di nuovi fanali costruiti da Henri e Francois Ducellier, che già dal 1830 a Parigi conducevano la loro attività di produzione di fanali alimentati a olio vegetale, oppure canfino, un olio resinoso, oppure un olio minerale, distillato dal petrolio utilizzati fino agli anni 1930.
Ne abbiamo trovato testimonianza di una coppia di stupendi fanali marcati “CESARE SALA T. Taramella & C. SUC. MILANO” che fanno bella mostra sullo stupendo “Park Drag” Cesare Sala della collezione del:
"Museo delle carrozze della Fiera di Verona".
riportiamo il pensiero del Dott. Antonio Vergani che ebbe modo di ammirare questo capolavoro durante una sua visita alle carrozze della Fiera:
"guarda mio caro amico,
l'ingegnosa bellezza di questo serbatoio a petrolio..."
Avendone avuto la possibilità di osservare e fotografare questo piccolo capolavoro d’ingegneria nelle sue parti ne diamo testimonianza per gli appassionati del settore della Tradizione.
Descrizione:
L’aspetto esteriore è quello di un classico fanale a corpo tondo di grandi dimensioni da Mail Coach, verniciato nel classico color nero con spagliazzo argentato; ciò che subito si nota a differenza dei normali fanali sono le quattro aperture per accedere all’interno del corpo del fanale.
La prima sulla parte anteriore permette l’apertura completa dello spagliazzo per la pulizia interna della grande parabola in vetro bombato, subito si nota che al posto della classica candela vi è uno strano cilindretto ( marcato “Cesare Sala Milano”) provvisto di una rotella regolatrice che serve alla regolazione dello stoppino che fuoriesce nella parte superiore del cilindretto.
La seconda apertura nella parte posteriore permette di accedere alla parte posteriore del corpo del fanale, all’interno si vede un piccolo serbatoio dalla forma rettangolare leggermente bombata per sfruttare tutto lo spazio disponibile provvisto di coperchietto atto al riempimento. Alla base si nota una maniglia fissata alla parte inferiore, procediamo così all’estrazione di tutto il gruppo interno che scorre su lamina, trattenuta da due guide a guisa di slitta. Possiamo ammirare in tutta la sua semplicità questo capolavoro in acciaio formato da un serbatoio posteriore dove era introdotto il petrolio, collegato con un tubo di raccordo al cilindretto contenente lo stoppino che richiama per capillarità il petrolio verso la sua estremità esterna dove avviene la combustione a fiamma luminosa. Tra il serbatoio e il cilindretto è posto un riflettore metallico (réverbères), che permette una luce migliore, assai più candida e stabile, lo stoppino piatto, capace di produrre fiamme più larghe di quelle ottenute con i tradizionali stoppini cilindrici permetteva la regolazione della fiamma. Il corpo dello stoppino dispone inoltre di un congegno a rotella che solleva o abbassa lo stoppino, allungandolo o accorciandolo. Questo permette di regolare l'apporto di petrolio, e di conseguenza d'ingrandire o diminuire la fiamma.
La terza apertura più piccola, sul fianco esterno del corpo serviva all’aiutante di carrozza per accedere allo stoppino, per l’accensione e relativa regolazione della fiamma.
La quarta apertura posta sulla sommità del camino serviva per la pulizia poiché il petrolio dei tempi produceva fumi oleosi che andavano a depositarsi sulle pareti del camino.
Sul fianco esterno del corpo sopra la terza apertura una targhetta ovale in ottone porta la dicitura:
CESARE SALA T. TARAMELLA & C.SUC. MILANO
Sul lato posteriore è incastonata una gemma rifrangente di colore rosso.
Una coppia di fanali di alta qualità e d’innovazione a testimonianza dell’alta qualità manifatturiera degli artigiani del XIX secolo.