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Cuoio verniciato. 1876 Rodolfo Wagner
L'arte di fabbricare un cuoio verniciato, che sia pieghevole e morbido, resistente, perfettamente secco, di un bel nero brillante, è di data recente. Il cuoio verniciato è quasi sempre di colore nero. Per ottenerlo si prendono le pelli conciate (più di rado scamosciate), non ingrassate, e dopo averle uguagliate e lisciate si distendono sopra telai di legno; si applica sulle medesime una vernice nera, che a freddo è densa e vischiosa, ma fluida a caldo.
Questa vernice densa applicata sopra le pelli, e poi portata in un ambiente scaldato a 50° C. diventa fluida, si spande uniformemente sul cuoio mantenuto orizzontale e si secca. La fabbricazione di cuoi verniciati colorati non differisce dal metodo precedente se non in questo, che s'impiegano delle vernici più fluide, e che l'essiccamento ha luogo ad una temperatura meno elevata. La preparazione dei cuoi verniciati è di grande importanza per i lavori di selleria è di carrozze.
Il soffietto di una carrozza, che in molti casi deve essere ora sollevato, ora abbassato, esige una pelle non solamente grande, sottile e senza buchi, ma anche morbida, molle e capace di piegarsi in tutti i modi senza rompersi. La pelle di vacca, per la sua naturale sottigliezza e per la sua grande superficie, offriva per conseguenza la sola materia adatta per farne soffietti per vetture; essa era rammollita con sostanze grasse, tinta in nero e poi lustrata.
Però essa era di una corta durata, poiché per l'esposizione al sole, la materia grassa veniva alla superficie e la pelle diventava sporca; il suo colore, dapprima nero, diventava ben tosto rosso ed una carrozza elegante perdeva in breve tempo ogni bellezza. L'invenzione delle pelli verniciate ha potuto somministrare ai fabbricanti di carrozze una pelle per soffietti esente dagli accennati inconvenienti.
Siccome le pelli di vacca non bastavano per i bisogni sempre crescenti della fabbricazione delle carrozze, si ebbe la felice idea di sdoppiare ossia sfogliare le pelli di bove, forti e grandi, ottenendo in tal modo due sorta di pelli, una per i soffietti delle carrozze e l'altra per guernimenti dei sedili e dei parafanghi delle carrozze. Per terminare faremo cenno ancora del cuoio per i martelli dei piano forti, il quale, secondo la sua destinazione, deve esser molle e nello stesso tempo molto elastico.
Il modo di fabbricazione di questo cuoio fu tenuto per lungo tempo gelosamente segreto, ma si sa presentemente che esso è conciato metà con olio di pesce, metà con corteccia di abete. Per appianare la grana si follano le pelli entro olio di pesce, si lavano in una liscivia alcalina e s'imbianca al sole la parte del fiore. Allora s'introducono immediatamente in una decozione di corteccia di abete, lasciata raffreddare fino al calore della mano, vi si lascia immerso il cuoio, finché da bianco che esso era da prima, sia diventato colore di concia.
Dopo di ciò gli si dà l'apparecchio come al cuoio scamosciato. Sotto il nome di cuoio danese, s'indica una specie di cuoio da guanti che si prepara con pelli di capretti, di agnelli e di giovani renne per mezzo di corteccia di salice; questo cuoio si distingue per un odore particolare di salice, per il suo colore chiaro e per la sua grande morbidezza.