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Le sospensioni a molla
Arturo Uccelli 1946
Per quanto riguarda l’Italia, attendendoci al Rinuccini, vennero importati da Parigi in Firenze, e destinati al servizio pubblico, dei calessi. In Francia il calesse fece la sua prima apparizione sotto la reggenza di Anna d’Austria: era una vettura elegante a quattro ruote con attacco a due od a quattro cavalli, caratterizzata dal possedere un soffietto di cuoio che poteva essere, a volontà, alzato o abbassato. I calessi importati a Firenze, a dire del Rinuccini, consistevano invece in una “sedia coperta, posta su due lunghe stanghe che brandiscono, posate dinanzi sulla groppa di un cavallo e di dietro su due ruote. A questa sedia si è dato il nome di calesse, e questa si è così presto moltiplicata che, nell’anno 1667, si è trovato esserne nella città intorno a mille”.
Volendo approfondire la questione, resta a vedere che cosa ci sia di importazione francese in questo calesse usato a Firenze poiché, non foss’altro che per il numero dei posti, esso differisce moltissimo da quello entrato in uso a Parigi ai tempi di Anna d’Austria. Invece un’esportazione italiana in Francia, avvenuta in precedenza all’epoca che ora consideriamo, consiste nell’uso dei cristalli applicati agli sportelli delle carrozze. Fu il Maresciallo Bassompierre che, nel 1599, tornato dall’Italia in Francia con una carrozza di costruzione italiana, ebbe ad attirare l’attenzione dei costruttori francesi sulla novità dei cristalli applicati agli sportelli della vettura. In tutto il periodo compreso fra la seconda metà del secolo XVI e tutto il secolo XVII l’Italia mantenne il primato nella costruzione di cocchi e di carrozze. E questo, sia per la solidità della costruzione, la finezza del modo con cui erano eseguite ed il fasto delle decorazioni, specie nel secolo XVII ed ai principi del XVIII.
Infatti, destinate alle corti d’Europa, vennero costruite in Italia carrozze di gran gala e da cerimonia, cocchi per i dignitari della Chiesa, per i principi e l’alta nobiltà. Solo agli inizi del secolo XVIII si ebbe una stasi e forse una decadenza, soprattutto per quanto riguarda il gusto decorativo che prevalse in questo tempo ed anche perché nel complesso si seguirono linee nuove. Infatti nella costruzione delle carrozze queste andarono sempre più adattandosi alle linee ed alle ornamentazioni del barocco. Siamo così nell’epoca in cui i domestici prendono posto sopra uno sgabello posteriore anche nei calessi a due ruote. Questo scriviamo perché, oltre la costruzione di vetture eleganti destinate alle corti, si costruirono anche in buon numero vetture per la borghesia.
Nel secolo XVIII le carrozze ed i carri, nelle loro linee generali, assunsero la parvenza di grandi lettighe o lettiere montate su ruote. Solo col passare del tempo esse andarono avvicinandosi sempre più, come costruzione, alla razionalità di veicoli adatti a muoversi anche con una certa velocità in luogo di essere adibiti unicamente alla lentezza dei cortei trionfali e delle grandi cerimonie che si snodavano nelle vie delle città maggiori o minori. Tra le innovazioni progettate, merita particolare menzione l’idea di munire la cassa dei carri destinati al trasporto di persone, di un giunto cardanico, cioè di una sospensione anulare, come risulta dall’incisione riprodotta dalla famosa opera del Branca pubblicata nel 1629. Vedi immagine a lato.
La sospensione o giunto cardanico, che oggi trova numerosissime applicazioni in molte costruzioni meccaniche, venne ideata non da Girolamo Cardano, come molti potrebbero ritenere dato il qualificativo del giunto, ma da Leonardo da Vinci che in modo preciso ebbe a disegnarlo in un foglio del Codice Atlantico. Dal punto di vista costruttivo quanto maggiormente interessa l’evoluzione dei veicoli durante i primi secoli dell’epoca moderna, non è tanto la forma della cassa o della ruota quanto l’introduzione delle molle nel secolo XVII.
Tentativi, erano già stati compiuti in precedenza. Tuttavia gli stessi fallirono giacchè le condizioni in cui si trovava la metallurgia erano tali da non consentire la fabbricazione di acciai aventi le caratteristiche necessarie allo scopo. Quando nella loro evoluzione i processi metallurgici furono in grado di produrre acciai di qualità migliore, i veicoli abbandonarono il sistema di sospensioni su cinghie per adattare fra loro i longheroni e la cassa i sistemi più vari per il molleggio.
Per quanto nel concetto informativo il sistema di sospensione della cassa mediante cinghioni fosse buono, le carrozze sospese – i così detti “Chars branlants” – dopo un certo uso venivano a perdere molto delle loro qualità sia perché i cinghioni perdevano in breve la poca elasticità posseduta, sia perché gli attacchi dei cinghioni stessi ai punti di sospensione, per effetto delle sollecitazioni, a cui erano sottoposti, venivano ad irrigidirsi sempre più. Quindi l’introduzione di molle in acciaio nella costruzione di carri e di carrozze segna un vero progresso. Prima di giungere alle balestre attuali nelle loro forme più varie od alle balestre che hanno caratterizzato le carrozze del secolo XIX, si andò per tentativi.
Esaminando i disegni delle diverse epoche relativi a carrozze ed a carri, ci viene dato di rilevare varie forme di inserzione e di sospensione a molla, forme sulle quali non conviene indugiare giacchè i semplici disegni schematici che sono stati riprodotti sono di per se stessi bastevoli a darne un’idea. Notiamo però come le sospensioni raffigurate non corrispondono ad un ciclo evolutivo, ma come nella stessa epoca due o tre di tali tipi di sospensioni fossero in uso a seconda del veicolo o, per meglio dire, dello scopo cui il veicolo era destinato. Altro progresso tecnico sul quale conviene insistere è quello relativo all’avantreno girevole o ralla con perno centrale. La locomozione tornò così ad essere facilitata per quanto si riferisce alla manovra dei veicoli che, a partire dal secolo XVII, nelle molteplici figurazioni notiamo essere sempre dotati di sterzo.