Menu principale:
Carrozza: Originale al tanto (poco) per cento
di Ivo Baldisseri
Mi segnalano -
L’intento maligno riguarda il maldestro passaggio laddove Paola Corsaro pone la inopportuna domanda sulla carrozza: “Originale o d'epoca? La domanda spesso non ha una risposta univoca”.
E poi si risponde: “Originale è la carrozza che possiede almeno il 20% di parti originali” -
Come giudice di tradizione di vecchia data mi sento strattonato per la giacca a dire la mia a proposito dei giudici di tradizione e dell’abuso dell’immeritata attribuzione della qualifica di originale e d’epoca per la carrozza. Per pudore tralascio l’attributo di antico, richiamato da Paola Corsaro nel titolo della sua intervista, che sostanzialmente mirava alle carrozze del Quirinale.
Porto il mio interesse al di sotto del vasto ed eterogeneo patrimonio considerato dal Codice dei Beni Culturali che, come detto bene nell’intervista, riguarda appunto beni culturali “dichiarati tali con atto formale e di conseguenza sottoposti a “vincolo”, ossia ad una serie di norme, emanate dal Ministero per i Beni e le attività Culturali, che ne disciplinano la tutela”.
Il mio campo di attenzione riguarda il parco carrozze in mano a sportivi, appassionati collezionisti, cultori eruditi di costumi, di ingegni e valori di una ben segnata epoca. Carrozze custodite come bene storico ed artistico – talvolta con risvolti affettivi – oppure presentate a Concorsi di Tradizione ed Eleganza.
Veniamo ai fatti. Il regolamento per concorsi di tradizione ed eleganza, norma così l’ammissione delle carrozze: Sono autorizzate sia vetture d’epoca (ante 1945) sia repliche di modello tradizionale.
Il 1945 diventa lo spartiacque, la divisione regolativa, cioè punto di riferimento ai soli fini di ammissione delle carrozze al concorso e nulla più. Da ciò, all’attribuzione senza indugio della qualifica di carrozza d’epoca ce ne passa. Per non parlare dell’ambigua allusione che se di carrozza d’epoca si tratta, allora è anche originale. Un pasticcio di supposizioni ed omissioni che alimenta un sottobosco -
Comunque sia, abbiamo sempre una carrozza che, a termini di regolamento se non è d’epoca ne sarà una replica. Non creda lo stolto, incauto e meschino concorrente di gabbare il bravo giudice di concorso che dovrà comunque attenersi al regolamento che per l’ammissione della carrozza, ai fini del punteggio, vale la famigerata spaccatura del 1945. Il bravo giudice di tradizione non sa che farsene della proditoria percentuale del 20% di parte originale per avere un tutto per tutto originale. Nei concorsi di tradizione il giudice ammette la carrozza d’epoca o la sua replica e ne terrà conto ai fini del punteggio. Può ammirare il bell’esemplare d’interesse storico ed artistico o per contro storcere il naso, o dissimulare la risata o lo sconforto e nulla più.
Nemmeno io, come le intervistate, conosco la fonte da cui Paola Corsaro ha tratto la famigerata porzione del 20%, e non solo io, ma anch’io come Cristiana De Lisio e Alessia Felici hanno bene risposto, mi associo a renderla “impugnabile e discutibile, perché ciò significa che basterebbe creare una carrozza del tutto nuova e inserirle le quattro ruote prese da una carrozza autentica degli inizi del Novecento per definirla “originale”.
O peggio. Passa l’idea al mercato e sarà una devastazione. Se ne farà dei mostri. Mica si adatteranno a smantellare un phaeton per fare 5 phaeton. Se ne faranno ibridi con Victoria, Break, Landau, Mail Coach. Ibridi da brivido su brivido.
Oddio! Fermate questo scempio da corsari barbareschi. Togliete la penna a Paola Corsaro.
UNA PROPOSTA INTERESSANTE