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IL CILINDRO GRIGIO
UNA LEGGENDA METROPOLITANA
Non a caso nella "Ricerca del tempo perduto" Swan posava sul pavimento accanto a sè il cilindro, lievemente svasato, lasciando intravedere la fodera di cuoio verde che un celebre cappellaio faceva solo per lui e per pochi eletti. Agli esordi mondani di Proust, gli invitati entravano nei salotti reggendo il cilindro satinato e solo una volta seduti lo posavano, rovesciato, sul tappeto, lasciando così intravedere la corona nobiliare o le iniziali del proprietario. Gli spostamenti potevano generare equivoci incresciosi. Nel primo ottocento la lucida colonna nera del cilindro aveva fatto da contrappunto alle fluenti barbe dei romantici, tradendo una spontaneità non scevra delle squisitezze della civiltà, e aveva iniziato a imperversare. La ventata di estro e fantasia portata dal movimento romantico si fa sentire anche negli ambienti mondani fanno scuola il cilindro, il bastone e l’occhialino inseparabili complementi del cosiddetto “ dandysmo” di cui Lord George Brummel sarà considerato signore ineguagliabile.
C'è un modo indefinibile di portare il cappello."Mettetelo un pò troppo indietro e avrete un'aria sfrontata, troppo in avanti e avrete un'aria sorniona, da una parte e avrete un'aria impertinente", ammoniva Balzac. Errando dalle fronti solenni dei funzionari a quella di George Sand, donna, provocatoriamente vestita da uomo. Alto, di forma cilindrica detto anche bomba, canna, tuba, a torre a staio, avrà la sua definitiva consacrazione in Inghilterra. Fu, infatti, il signor Herrington forse il più famoso cappellaio di Londra che attorno al 1805 confezionò il primo cilindro ispirandosi proprio al cappello di feltro a “staio” di marca Francese. Sulle prime la novità fu giudicata eccessiva tanto che il Lord Mayor gli proibì di andare in giro con in testa quell’arnese. Ma il mercato decise altrimenti: il gusto dell’epoca s’incontrò a tal punto con quel cappello che il cilindro si diffuse rapidamente in tutto il mondo. A partire dal 1848 i bordi del "tubo di stufa" avevano cominciato a restringersi, fortunatamente era stato adottato per i balli e le lunghe cerimonie, il "gibus" che poteva afflosciarsi senza danno, nascondendosi sotto il braccio dei cavalieri. Baudelaire aveva disegnato lui stesso il suo gibus dalle ali piatte che si allargava lievemente verso il basso.
La forma del cilindro resta prevalente, anche se varia l’altezza della cupola sino ad arrivare alle enormi tube di fine secolo. Il cappello resta rigido e voluminoso, inequivocabilmente nero a complemento di una tenuta particolarmente elegante. Come regola generale negli attacchi di Tradizione il Driver di un prestigioso attacco elegante da città dovrà conformarsi alla qualità di tutto l'equipaggio. Il copricapo, quale accessorio determinante, primo segnale di distinzione che viene focalizzato anche da molto lontano, diversamente da altri accessori che possono differenziare la qualità di un equipaggio. Il proprietario, guidatore e gentiluomo, con i servitori in livrea da servizio da città con cilindro e coccarda, indosserà un elegante cilindro in piume di seta; il massimo della qualità e dell'eleganza, indosserà il cilindro diritto, un po' inclinato verso l'avanti, mai all'indietro. Mai indosserà un cilindro grigio o di fattura inferiore a quello indossato dai servitori.
Dagli anni 1920 era entrato in uso negli ambienti delle corse ippiche portare il cilindro grigio indossando la finanziera, che divenne l’abito da giorno di banchieri e alti funzionari, proprietari di scuderie e cavalli da trotto o galoppo; era detta anche prefettizia o stiffelius, abbigliamento tradizionalmente inglese al Derby di Epsom. Con l'avvento dell'automobile il cilindro diventa un copricapo "scomodo" sostituito da nuovi cappelli di fogge diverse, con il ritorno in auge dello sport delle redini lunghe negli anni 60/70 si consolidò prevalentemente negli attacchi sportivi, l'uso del cilindro grigio nelle riprese di dressage e coni. Uso dettato in parte dalla comodità di utilizzo, un cilindro di colore grigio evidenzia meno la polvere e richiede una pulizia meno particolareggiata, dall'altra ad indicare una inesistente proprietà dell'attacco. Infatti, il 98% degli equipaggi che oggi giorno gareggiano nei concorsi sportivi e di Tradizione o in sfilate ecc. sono sempre di proprietà del guidatore o del team formato da guidatore e groom.
Da qui una "leggenda metropolitana" importata nella Tradizione e accettata dai Giudici, una tolleranza a nostro giudizio inaccettabile soprattutto con equipaggi che si presentano quasi alla perfezione, mancando fondamentalmente su quell'accessorio principe per un gentiluomo, proprietario e alla guida del proprio attacco, che ne fa la distinzione in carrozze eleganti quali Mail-
Vogliamo ricordare alcune precisazioni per l'uso del cilindro:
Cilindro nero in piume di seta: è il massimo della qualità e dell'eleganza per il Driver, da utilizzare con attacchi di prestigio con finimento nero in vernice e "chainettes".
Cilindro di panno: opaco e poco elegante, utilizzato dai cocchieri di piazza con carrozze di servizio.
Cilindro di "gros-
Cilindro laccato: riservato al postiglione, o come cilindro da pioggia per cocchieri e servitori da carrozza.
La coccarda sul cilindro: è obbligatoria per cocchieri e servitori dipendenti presso una Casa privata od un Ente di servizio pubblico (Società anonima Omnibus di Milano); senza coccarda solo il cocchiere di servizio indipendente (privato), frequentemente si nota un abuso eccessivo di coccarde, da parte di cocchieri e servitori con attacchi non corrispondenti all'uso.
Nell'immagine, il Sig. Marco Angeretti, e il Sig. Patrick Posselle in abbigliamento da vero Gentlemen Driver, l'utilizzo del cilindro nero conferma il loro "Status Simbul" nel pieno rispetto dei canoni della Tradizione.
Utilizzeremo un cilindro grigio con carrozze meno importanti, sportive o da campagna, con finimento a collana nero o marrone sempre con le giungole, mai il cilindro con finimento a pettorale. Cerchiamo di evitare l'abuso del cilindro, molte volte una classica bombetta o un "Borsalino" possono risultare più armoniosi e in coerenza con l'attacco in uso. Dimentichiamo il detto che: " il cilindro grigio indica il proprietario dei cavalli", nel 1800 avere un attacco era come per noi oggi avere l'auto in garage, e il colore del cilindro di certo non indicava la proprietà, si abbinava solo all'occasione, al vestito e a determinate regole di etichetta. Cancelliamo questa "leggenda metropolitana" dagli eventi di Tradizione, per non lasciarci forviare da questa e da altre metodologie errate della Tradizione.