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EUGENIO MARTINENGO CESARESCO 1894
Differenza degli effetti delle azioni delle mani fra il guidare il cavallo
cavalcato e il guidarlo dalla serpa di una carrozza.
Le azioni delle mani nel guidare il cavallo attaccato devono essere secondo le regole dette per dirigerlo cavalcato perché la bocca e il meccanismo del corpo non sono cambiati dall'essere il cavallo attaccato invece di cavalcato.
L'essere però le azioni delle mani fatte dalla serpa fa un po' di differenza nei loro effetti dall' esser fatte a cavallo e occorre saperla. A cavallo l'azione delle mani ha molti più effetti e vantaggi ed è aiutata da molte altre circostanze ed azioni.
A cavallo si è immediati al cavallo; si sentono i suoi moti e le sue intenzioni, oltre che colle redini, anche col sedere; si può agire colle mani più prontamente; il peso del nostro corpo agisce sulla sua spina dorsale e giova a fare più efficaci le azioni delle mani; le gambe aiutano a spingerlo, a dirigerlo, a dominarlo; si può fare colle mani azione laterale contro il collo e forzarlo a destra colla redina sinistra e viceversa e non si può fare dalla serpa. Sulla serpa si è distanti dal cavallo, se ne sente i moti per mezzo delle redini masi può agire meno prontamente, non si può fare azione laterale contro il collo ma solo tirare da parte senza o col concorso dell'altra redina e con poco effetto se il cavallo vi resiste.
In compenso sulla serpa si sta seduti solidamente su un punto fisso, si agisce con più forza colle redini se si agisce attivamente, (si è più deboli se si lascia agire il cavallo sulla mano) si può dare castighi più forti senza mettere in pericolo la propria persona e senza pensare alla sua stabilità come quando si è in sella. Gli anelli del sellino e della collana entro i quali passano le redini le fanno agire in giusto punto senza che si abbia l'incomodo di tenere basse le braccia e fanno attrito e danno forza alle mani di resistere e di obbligare il cavallo quasi come gli anelli della martingala nel cavalcare perchè danno due punti di appoggio alle redini vicini alla bocca, ma danno lo svantaggio che tolgono alla mano il potere di far azioni in rialzo che sarebbero tanto utili a dominare il cavallo. Non potendo fare contrasto contro il collo ne viene che l'impedire il tirarsi da parte e lo scartare per paura può solo esser fatto con tenere il cavallo spinto acciò non si trattenga e dritto sulle due redini acciò non si pieghi.
Si può andando in circolo al passo e al trotto corto insegnare al cavallo attaccato a cedere la testa in dentro e con aiuti di frusta dati di dentro far cedere in fuori la groppa, ma poi sul dritto non si può obbligarlo ad andare da parte se proprio non vuole. Nel tirare il cavallo sta appoggiato col corpo contro il peso che tira e questo dà il vantaggio di poterlo tenere con leggerissimo appoggio di mano e quel tanto che si vuole meglio che a cavallo. Anche lasciato libero nel tirare il corpo del cavallo attaccato non è interamente libero perché è tenuto in appoggio dal peso che tira finché lo tira. Il cavallo che tira fa libero il suo corpo cessando di tirare e sempre diminuisce o cessa di tirare prima di tirarsi da parte o scartare per paura, e quando ha cessato di tirare è più difficile farlo rimettere in moto che a cavallo perché oltre sé stesso deve rimettere in moto il carro al quale è attaccato.