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L’antica storia della Fiera
agricola di Verona
Nell’1889 si tenne la prima edizione della fiera dei Cavalli, che vide la presenza dell'allora principe Vittorio Emanuele III e si tenne nello spazio dell'attuale Piazza Cittadella. Il successo della manifestazione, realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio e il Ministero dell'Agricoltura e Commercio, fu notevole. In concomitanza venivano organizzate gare ippiche nell’ippodromo di Tombetta. Perpetrando una tradizione che a Verona esisteva già dall’anno 807, quando fu inaugurata un’annuale mostra di prodotti agricoli sul sagrato della Chiesa di San Zeno. Ne troviamo altra testimonianza nello scritto del: Progetto d’una rotonda da erigersi in Verona nella piazza di Bra, Gaetano Pinali anno 1822. La proposta di costruire un progetto di fabbrica/edificio ad uso di mercato delle biade ed insieme di Teatro diurno, da utilizzare anche in occasione di fiera attivata due volte l'anno.
“Ma ora che una provvida sovrana disposizione ripristinò in Verona l’antica fiera, in altri tempi attivatavi due volte l’anno, quale edifizio mai più opportuno rinvenir si saprebbe, e più proficuo di quello da noi proposto? Li portici del mercato, e le botteghe, potranno per quel tempo allogarsi ai negozianti in fiera; anzi molto maggiore numero di botteghe si costruiranno ad uso di fiera sotto l’ampio portico esterno, destinato a ricevere d’ordinario i carretti e i giumenti… Ma a questo primo locale sin qui tracciato per esercitarvi al coperto la fiera, eccone contiguamente un secondo; ed è il portico stesso della Gran guardia, allorchè al comune venga restituita quella parte ancora di sua proprietà. …. Un terzo locale, che in aumento di botteghe e di fiera mirabilmente presentasi a’ due primi congiunto, è quel terreno al di là del palazzo della Gran guardia, che bordeggiando la mura viscontea giunge al portone di Cittadella, ed è tuttora ricolmo di macerie. Quel negletto terreno dovrassi occupare con opportuno consiglio ad uso di fiera.”
Nell'ottobre del 1897, l'Amministrazione Comunale di allora allestì infatti in piazza Cittadella, a due passi da piazza Bra e dall'Arena, un'edizione sperimentale di quella che sarebbe divenuta poi la Fiera Cavalli. In questa prima edizione la partecipazione fu gratuita, prevedendo al contempo premi e riconoscimenti per i migliori cavalli e per le scuderie che li presentavano, mentre presso l'ippodromo si svolgevano le gare ippiche.
Il 16 marzo 1898, esattamente 120 anni fa, si svolgeva il “Grande concorso ippico di cavalli saltatori e di equipaggi” nell'Anfiteatro Romano,organizzato dall’ispettorato municipale dei mercati di Verona, in occasione della Grande fiera semestrale di cavalli, istituita l’anno precedente dall’amministrazione civica di Verona. Sostenuti dal grande successo, gli amministratori cittadini decisero di far divenire l'evento annuale, e anzi raddoppiarono, presentando già dal 1898 due fiere annuali, a marzo e ottobre. L'evento crebbe negli anni sempre più, sia in partecipazione che in popolarità divenendo motivo di sviluppo economico e prestigio per Verona dove in occasione delle fiere si organizzavano tutta una serie di eventi mondani di contorno come il concorso ippico all'Arena o le corse all'ippodromo di Tombetta.
Alla Fiera Cavalli si affiancò sin dal 1899 una mostra di automobili, a dar lustro al primo inventore del motore a scoppio, il veronese Bernardi. La realizzazione della prima automobile di Bernardi è ricordata da una lapide posta sulla sua casa di Verona dove è scritto: “In questa casa Enrico Bernardi ideò e sperimentò geniali opere della scienza e della tecnica e nel 1884 realizzò il primo veicolo con motore a benzina della storia”.
Il 15 marzo del 1909 venti mila persone assisterono a una "gara" automobilistica e a una gara di velocità all’ippodromo Tombetta. Verso la fine del 1914, sulla pista dell’ippodromo si costituì il primo campo di volo militare di Verona, con l’avvento della 1° guerra mondiale gli eventi bellici ne decretarono la fine, nell'agosto-
Gli anni successivi al conflitto furono estremamente difficili per l’economia del paese appena emerso dalla guerra. Alle ferite irreparabili provocate nelle famiglie dei caduti e degli invalidi, si assommava la necessità di ripristinare le ottimali condizioni dei territori danneggiati. L’incetta del bestiame, così come quella di foraggio e paglia, al fine di assicurare l’approvvigionamento di carne delle truppe, aveva avuto conseguenze gravi, considerando che il bestiame non era solo un prodotto ma soprattutto uno strumento di produzione per i lavori agricoli. Se da un lato la meccanizzazione aveva iniziato a fare grandi passi, nei campi la forza lavoro era data ancora da cavalli e buoi, con la grande richiesta di cavalli pesanti da lavoro. La Fiera dell’Agricoltura divenne il più importante mercato di cavalli del nostro paese, pochi i cavalli da sella o di lusso, ma stupendi esemplari di cavalli da lavoro, i più richiesti dal mercato.
Nel 1938 le fiere italiane che facevano parte dell'Unione delle fiere internazionali erano cinque: Milano, Bari, Padova, Tripoli e quella di Verona, specializzata nei settori dell'agricoltura e della zootecnia, che aveva tre manifestazioni annuali: per otto giorni dal secondo lunedì di marzo (agricoltura e cavalli), per tre giorni nella prima metà di agosto (mostra nazionale delle frutta) e per quattro giorni dal secondo lunedì di ottobre (cavalli e concorsi zootecnici). Nello stesso anno un altro Ente fondamentale per lo sviluppo di Verona, l’Ente Autonomo Fiera costituitosi nel 1930, decise di cambiare la propria sede e la scelta ricadde su un terreno che si trovava nella ZAI di fronte ai Magazzini Generali.
In occasione dell’Esposizione Universale di Roma del 1942 voluta dall’allora capo del Governo Benito Mussolini, il commendator Giorgio Giorgi fu incaricato della raccolta per la preparazione di una sezione dedicata alle carrozze. L’esposizione non poté aver luogo a causa delle vicende belliche legate alla seconda guerra mondiale e qualche anno dopo quelle carrozze vennero donate al Comune di Verona dalla famiglia Giorgi in occasione delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della Fiera di Verona. Si tratta di una collezione molto importante, in cui sono rappresentati quasi tutti i principali modelli di carrozze dell'ottocento.
Lo scoppio delle ostilità della 2° guerra mondiale causò la sospensione delle fiere in tutti gli stati coinvolti dalla guerra. La fiera di Verona, che fu l'ultima tra le fiere italiane a sospendere le sue manifestazioni (nel marzo 1943 fu tenuta, sotto forma di mercato, la fiera cavalli e delle macchine agricole), fu la prima a riprenderle con la fiera autunnale dell'ottobre 1945 svoltasi con ottimo esito fra le macerie dei suoi impianti stabili. Nel 1948 la Fiera viene trasferita nella nuova zona agricolo-
Ancora oggi, in via Pallone, si trova la targa che ricorda la Direzione fiera e mercati le cui competenze, con regio decreto del 30 ottobre 1930, saranno poi trasferite all’Ente autonomo per le fiere di Verona, dal 1 febbraio 2017 trasformato in Veronafiere Spa.
Nel 1903 si dotò di scuderie tra le più moderne d’Europa, provviste persino d’illuminazione e accanto venne posto anche il Mercato del Bestiame, oltre a mostre di vetture e macchine agricole che si protraevano per tutta la durata della manifestazione. In pochi anni la rassegna veronese riuscì a segnare il declino dell’analoga manifestazione nella vicina Lonigo e, fondamentali allo scopo, furono anche le corse ippiche che si tenevano nell’Ippodromo di Tombetta.