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11/03/2024
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Poggio Bartoli

Eventi 2024

in carrozza SUi sentieri DI GIOTTO:  emozioni e pensieri...

di Maria Teresa Micheluz

Prima di uscire definitivamente e chiudere la porta a chiave, ritorno alla finestra e riguardo quel panorama che in soli due giorni mi ha stregata. Le colline d'erba grassa di Maggio, i paddocks che ne delimitano il peri-metro e dentro...serafici cavalli, che non alzano la testa da terra, sereni nella quiete del pomeriggio. Villa Poggio Bartoli è una dimora medicea del 1500, rimasta così com'era un tempo, che trasuda storia e vita vissuta attraverso i grossi muri in pietra, le alte volte dei soffitti ed i dipinti nei saloni, che sembrano osservare l'intruso che entra in quelle stanze. Quando sono arrivata, non avevo grandi aspettative, non conoscevo nessuno ed ero indispettita dal fatto di essermi persa per strada, come un'incauta ragazzina. Mi ero associata all'A.F.A.C. da poco e avevo scelto di provare quest'esperienza a dir poco eccentrica, insieme a vari proprietari di carrozze d'epoca, di cui sarei stata semplicemente una partecipante.

Una volta arrivata, mi si presenta il Presidente dell'associazione Bruno Cotic ed il simpaticissimo Renzo Pezzutto, con dei sorrisi così tranquillizzanti da farmi sentire immediatamente a mio agio.  Il resto è venuto tutto da se’, la goliardia dei soci e la bellezza del posto, mi hanno fatta sentire a casa. L'apericena alla sera, le lunghe chiacchierate, le risate di uno e dell'altro e poi a letto, in attesa dell'emozione di salire in carrozza. Una notte silenziosissima, nessun rumore di macchine, neppure gli uccelli notturni hanno voluto disturbare il mio sonno. Al mattino mi sono infilata un lungo vestito color rosa antico ed un cappello a larga tesa, i guanti bianchi e sono scesa inciampando qua’ e là per la veste troppo lunga. Mi sono sentita un po’ buffa, ma quando ho visto i sorrisi di chi mi guardava, ho capito che tutto stava andando bene.

L'obiettivo dei reporter cominciava a cliccare e poi la partenza, salita sulla prima carrozza con alle redini il Presidente Bruno Cotic, siamo partiti distanziando di parecchi minuti, una carrozza dall' altra. Attraversiamo piccole frazioni di case lungo la via, che mi ricordano molto l'Inghilterra rurale, ad eccezione di queste colline del Mugello che invece sono uniche e di una poesia che quasi smuove l'anima. Le ginestre in fiore macchiano di giallo le alture, mentre il grano ancora verde fa' spiccare il rosso dei papaveri al suo interno, quasi fossero gocce di colore spruzzate qua’ e la' per sbaglio. Un saliscendi di stradine, dove a volte si percepisce la fatica dei due morelli dalla lista bianca in fronte, due eleganti KWPN, che durante il trotto sembrano danzare all'unisono e che ci hanno portati a destinazione, nonostante l'ultimo tratto fino alla casa di Giotto sia molto impegnativo.  

All'arrivo, si sente l'entusiasmo di tutti per la vista mozzafiato, quel panorama così romantico che personalmente mi ha fatto capire perchè Giotto fosse poi diventato un artista. La sua casa è diventata un museo, immersa nel verde di un prorompente giardino, con la vista dall'alto di tutta la valle, che non lascia certo indifferenti. Le carrozze parcheggiate sullo spiazzo ad un centinaio di metri ed i conducenti brindano con il calice riempito di fresco prosecco, mi fanno sorridere. Guardandoli ho pensato a quanto poco basti a questi appassionati di carrozze per essere felici, una strada, la buona compagnia e la bottiglia di prosecco pronta per essere stappata... il resto è vita. Riscendendo per le stesse strade ci fermiamo a mangiare e poi ripartiamo per tornare in villa, accompagnati da un venticello che prova a farmi volar via il cappello, mentre il nitrito dei cavalli che si chiamano l'un l'altro, rompe il silenzio, nei campi dall'erba alta e profumata.

Alla sera una cena strepitosa ci sorprende tutti, con musica dal vivo di pianoforte, violino e la voce prorompente di un tenore che ha contribuito a far trascorrere la serata nel modo più elegante e vivace possibile. La terrazza con la vista sulle colline ormai rabbuiate dalla sera, non manca certo di bellezza, le candele accese tutt'intorno ed i fuochi d'artificio hanno fatto sì che niente fosse troppo buio. All'indomani la strada è quella verso il centro di Vicchio, dove le carrozze catturano la curiosità ed i sorrisi della gente, per poi fermarsi intorno alla statua bronzea di Giotto per un aperitivo. Il tratto finale è invece verso il lago subito fuori il paese, un luogo rilassante dove la Proloco di Vicchio ci ha voluto offrire una mega grigliata, insieme ai loro famosi tortelli. Ci hanno seguiti in carrozza il grande tenore ed il bravissimo violinista, intrattenendoci ancora con musiche a dir poco emozionanti.

Persone che fino al giorno prima non si conoscevano, in poche ore hanno condiviso allegria e forte senso di amicizia. Non è scontato che queste relazioni casuali diventino leggere e spontanee, come è successo in questa giornata, ma sono convinta che il collante più forte sia stato quello di Antonio Lippi, classico toscano verace, che con la sua simpatia e immensa voglia di intrattenere gli altri, ha reso tutto questo possibile. Il ritorno alla villa nel tardo pomeriggio di domenica è stato triste, almeno per me, ma penso che tutti abbiano avuto la medesima sensazione di lasciare degli amici che poi non si sa' di poter rivedere.

GRAZIE A TUTTI

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