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AQUILEIA:
sulle ali del tempo
Ad accoglierci, posizionato all’ingresso della città per chi arriva da nord, il Foro, cuore pulsante della vita politica, amministrativa e sociale della città, era una piazza circondata da edifici pubblici, la cui prima fase si può collocare già nel II secolo a.C. Una serie di colonne posizionate a lato della strada che taglia la città di Aquileia in due, sono sopravvissute fino ai nostri giorni quelle appartenenti al braccio orientale del portico, che furono rialzate e integrate in laterizio negli anni Trenta. I capitelli compositi, in calcare di Aurisina come i fusti e le basi, sono datati alla tarda età degli imperatori Antonini (circa 170-
Ci ritroviamo qui con gli amici e soci A.F.A.C per il consueto appuntamento ormai diventato un classico, per la quinta edizione di “Aquileia in carrozza”, evento organizzato e gestito dall’amico Marco Puntin in collaborazione con tutta la sua famiglia. Un pallido sole sta facendo capolino tra le nuvole che ci hanno accompagnato lungo il nostro viaggio, i box pronti ad accogliere i cavalli, posizionati al centro della piazza, ad ogni porta il nome del cavallo ospite tanto per non creare confusione. Alle nostre spalle la Basilica con il suo svettante campanile che sarà un punto di riferimento nel tragitto delle due giornate tra le campagne e i vigneti dei dintorni di Aquileia. Una location perfetta anche per i numerosi turisti giunti quì per visitare i siti archeologici che per l’occasione possono degustare cavalli e carrozze in veste ottocentesca. Più di così non si sarebbe potuto fare! E’ ormai passata l’ora di pranzo, dalla pizzeria accanto ordiniamo delle pizze e ci accomodiamo sotto il tendone con panche e tavoli, allestito in modo permanente dall’amministrazione comunale per tutti i cicloturisti desiderosi di una sosta e riparo, che in questi giorni sarà il nostro campo base di riferimento.
Avendo il pomeriggio libero ed avendo con noi delle biciclette decidiamo di percorrere la ciclabile di 10,5 km che corre alla nostre spalle in direzione di Grado. Si procede lungo la pista ciclabile attraversando la parte antica della città di Aquileia e poi attraversando la campagna aquileiese fino ad arrivare al borgo rurale di Belvedere. Da qui la ciclabile procede sul ponte translagunare che collega Grado alla terraferma, con splendide vedute sul santuario di Barbana e sui casoni della laguna. Se volete visitare Grado il modo più piacevole è senz’altro in bicicletta.
Il tradizionale rito di benvenuto del venerdì, ospiti nel giardino del ristorante “I Patriarchi” situato accanto alla Basilica è un momento per scambiarsi i saluti con vecchi e nuovi partecipanti, a gestire il rinfresco con grande charme l’amica Paola Boccalon, che dalla prima edizione ci segue come una chioccia con i suoi pulcini. Nella pausa prima del “cicchetto” finale la consegna della start list e le solite raccomandazioni del caso da parte di Marco Puntin, sempre per far sì che tutto si svolga al meglio.
Aquileia in carrozza è un viaggio di grande suggestione creato per gli appassionati di carrozze e cavalli, quale occasione per scoprire antichi mosaici e l’eredità culturale dell’Impero Romano, con diverse pause e tappe sul territorio dedicate all’enogastronomia locale. La partenza sul prato antistante la Basilica si è suddivisa su due giornate, volta ad un percorso alla scoperta del territorio dell’Agro Aquileiese, attraverso i luoghi in cui per secoli sono state coltivate le tradizioni che emanano un’energia speciale. Il territorio di Aquileia è sicuramente uno di questi. I vigneti si estendono su una superficie totale di circa 450 ettari, qui suoli sono costituiti da terreni alluvionali fini, con tratti sabbiosi e anche argillosi.
L’alba del sabato vede già impegnati tutti i partecipanti nei preparativi di cavalli e carrozze, l’appuntamento è nel prato antistante la basilica di Aquileia, il colpo d’occhio è coinvolgente, secoli di storia ci osservano, gli equipaggi iniziano a diffondersi sull’erba, la speaker, Sara Puntin presenta gli equipaggi al via dando alcune informazioni ai numerosi turisti-
Assaporare un bicchiere di vino aquileiese è come bere dalla coppa della storia stessa. Durante la dominazione romana, Aquileia era un importante centro commerciale e culturale, e il vino giocava un ruolo significativo nella vita quotidiana e nelle celebrazioni. Uno dei vini più rinomati dell’epoca era il Pucino, oggi conosciuto come Refosco dal Peduncolo Rosso. Questo vino era molto apprezzato dai Romani, tanto che Plinio il Vecchio lo descriveva come un elisir di giovinezza, attribuendo alla sua qualità la longevità di Livia Augusta, moglie dell’imperatore Augusto. La viticoltura ad Aquileia risale a tempi antichissimi, con i Romani che introdussero tecniche avanzate di coltivazione e vinificazione. I vigneti erano spesso disposti in modo ordinato, con le viti maritate ad alberi di peri, meli o fichi, creando un paesaggio pittoresco e produttivo. Il vino prodotto ad Aquileia non era solo consumato localmente, ma veniva anche esportato in altre regioni dell’Impero. Le botti di legno caricate sui carri o sulle barche trasportavano il prezioso nettare lungo le vie commerciali, contribuendo alla prosperità economica della città.
Aquileia ha storicamente beneficiato di importanti collegamenti idrici che la collegavano al mare Adriatico. La città si trova lungo il fiume Natissa, che era navigabile e permetteva il trasporto di merci tra Aquileia e altre regioni dell'Impero Romano. Costeggiando questi canali che arriviamo a Villa Cassis Faraone, non è un palazzo e neppure una villa, ma si direbbe piuttosto una grande casa padronale di campagna dove si avverte l’impronta dei proprietari: eleganza, buon gusto, ma senza esibizione di opulenza. Qui nel grande prato all’inglese sistemiamo cavalli e carrozze all’ombra dei grandi alberi presenti, nel giardino all’interno è stato preparato il buffet per il pranzo, ad accoglierci gli “Amici del Borgo di San Martino” capitanati da Angela e Clementina Maule, moglie e figlia del fu Presidente Giuliano, a loro un abbraccio e i ringraziamenti di tutti i commensali presenti.
Riprendiamo il nostro lento girovagare per la campagna, seguendo le frecce, oggi di colore rosso, che ci indicano il percorso, scoiattoli si inseguono tra i rami, un falco ci segue dall’alto lanciando il suo rauco richiamo, antiche rovine fanno capolini tra l’erba, il silenzio è rotto dallo scalpiccio degli zoccoli, unico segno della civiltà è il campanile della Basilica che sovrasta la distesa dei campi. I grappoli d’uva, ormai maturi con i raggi del sole al tramonto assumono un color oro, quello che noi conosciamo come il frutto dell’uva, il grappolo, è più propriamente un'infruttescenza cioè un raggruppamento di frutti. Come un grappolo d’uva gli equipaggi si raccolgono nel prato della Basilica, da dove sono partiti per il commiato di chiusura della prima giornata in carrozza, tutt’intorno turisti curiosi scattano selfi con i loro telefonini in cerca di un ricordo di vita passata in una dimensione più ecologica e tranquilla, vissuta al lento incedere del cavallo.
La serata prevede la consueta cena di gala nella sala interna del ristorante “I Patriarchi” con la consegna della targa ricordo dell’evento a tutti gli equipaggi in ordine di partenza: Marco Puntin, Marika Franciosi, Bruno Cotic, Gianluigi Orsenigo, Fabrizio Canali, Sabine Recknagel, Renato Bolzon, Renzo Pezzutto, Ivan Pernarcic, Alessandro Cattarin, Natalino Milanese.